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martedì 20 settembre 2016

Compass & Knife – The Setting of the Old Sun

#PER CHI AMA: Post Rock, Mogwai
Ok, mi arrendo. Alzo le braccia, abbasso la testa e confesso: non so davvero cosa scrivere di un disco di questo genere. Non che non sappia cosa scrivere in assoluto, ma non so bene che scrivere di nuovo e che non abbia già fatto molte altre volte. I Compass & Knife sono un trio di Tacoma, nello stato di Washington, e suonano rock strumentale. Non userei il termine post rock, che per me ha accezioni ben diverse, se non fosse che così facciamo prima e ci capiamo: i C&K sono un trio post rock che sul finire dello scorso anno ha pubblicato questo loro secondo lavoro che ha riscosso reazioni molto positive su diverse webzine oltreoceano. 'The Setting of the Old Sun' è un bel disco? Oggettivamente, si. È ben suonato, ben registrato, non dura un’eternità e anzi riesce a fare della sintesi uno dei suoi punti di forza. Mette in fila otto tracce piacevoli e accattivanti, che puntano tutto sulla melodia e un impatto piuttosto energico, con le consuete alternanze tra vuoti e pieni che non esagerano né in un senso né nell’altro. 'The Setting of the Old Sun' è un disco originale? Per quel che vale, no. E difficilmente potrebbe esserlo, tanto è ben ancorato a modelli di riferimento saldi e riconoscibili, dai Mogwai ai God is an Astronaut, anche se non li ricalca mai in modo pedissequo, cercando piuttosto di fondere gli stili in una proposta coerente. In questo senso, credo che l’esperimento tentato con due brani cantati – sorta di shoegaze sognante - "Transconsciousness" e "Our Home is Nothing but a Memory" - sia non solo perfettamente riuscito ma che possa rappresentare la direzione per il futuro. 'The Setting of the Old Sun' è un disco che ascolterò a lungo? Difficile dirlo adesso, ma credo abbia le carte in regola per resistere alla prova del tempo. E adesso abbasso le braccia, alzo la testa, e accetto la sentenza. (Mauro Catena)