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| #PER CHI AMA: Swedish Death, At the Gates, Dark Tranquillity |
Avete mai pensato a quante band popolino il mondo dell’underground, al fatto che quelle, di cui leggiamo le recensioni o sentiamo pezzi alla radio, rappresentino solo la punta dell’iceberg di un movimento a dir poco sconfinato? Questa breve intro per dare oggi il benvenuto agli svedesi Visio Mortis e al loro Ep di debutto “Call of the Swarm”. Cinque cavalcate di un death non troppo melodico, ma piuttosto votato alla feralità , che sin da “Odium”, ci investe con il suo dinamismo e la sua brutalità . L’intro affidato alle tastiere, li per li, mi ha fatto pensare a qualcosa più orientato al versante gotico, ma la ritmica serrata e il grido disumano del vocalist, mi hanno prontamente fatto cambiare idea. Il sound dei nostri è infatti affidato a degli scoppiettanti riff di chitarra che, ben accompagnati da un drumming selvaggio, vanno a costituire la matrice di fondo dei nostri. “Born in Deceit” non è da meno: qui non troverete neppure il mansueto giro tastieristico a prepararvi alla tempesta, perché subito l’ensemble scandinavo attacca con il suo martellante incedere, che trova squarci di melodia in un brillante break chitarristico, con il bravo vocalist, Sebastian Gustavsson, a mietere vittime con un’ugola cavernosa e graffiante. La title track è la song più lunga, ma anche quella che si perde maggiormente in un inizio soffuso e ritmato, la cui oscurità sembra rimandare stranamente a “The Silent Enigma” degli Anathema. Ovviamente, verrò smentito a breve, con la traccia che immagino possa tornare a spingere l’acceleratore; invece no, mi sbaglio. Si tratta di un mid-tempo, in cui il vocalist propende per soluzioni vocali differenti. Notevoli gli assoli, ma d’altro canto, essendo i Visio Mortis svedesi, avevate qualche dubbio? Quando “King of Torment” attacca è il suono dei Dark Tranquillity miscelato a quello degli At the Gates, ad uscire dalle mie casse. Bel tuffo nel passato questo, un vero e proprio “back in time”, che mi fa apprezzare ulteriormente la proposta di questo giovane combo nordico, che con il pianoforte di “Where All Becomes Dust”, chiude il proprio interessante debutto, a cui dovrete dare assolutamente una chance. (Francesco Scarci)
(Self)
Voto: 70
https://www.facebook.com/visiomortis
Voto: 70
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