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lunedì 1 luglio 2019

Blindead - Niewiosna

#PER CHI AMA: Experimental Post Metal, Entropia
Lo dichiaro sin d'ora: sono sempre stato un fan dei polacchi Blindead, quindi potrebbe essere che la mia obiettività possa essere sporcata dall'amore che provo per questa band. Fin dalla mia prima recensione di 'Devouring Weakness', considero infatti gli amici di Danzica, una realtà musicale davvero importante nel panorama musicale europeo. Non nascondo che il vederli autoprodotti con questa nuova release, la prima con un titolo in polacco - 'Niewiosna' - mi faccia anche un pochino incazzare, però allo stesso tempo potrebbe essere un nuovo trampolino di lancio per chi in passato è stato sotto l'egida della Mystic Productions. Comunque veniamo a noi e alle cinque canzoni, mediamente lunghe, incluse in questo lavoro. Si parte subito alla grande con la title track che vede i Blindead alle prese con la lingua polacca, scelta per i testi di questo album. Il sound di "Niewiosna" si conferma come in passato, ipnotico quanto basta per avere una grande presa sul sottoscritto, ma qui forse ancor di più che rispetto ai precedenti lavori, maggior spazio è lasciato al lato strumentale e, fortunatamente, meno a quello vocale che francamente in polacco e per di più in pulito, perde un po' di interesse. Fatto sta che gli ingredienti storici dei Blindead sono sempre presenti, anzi qui forse ancor più enfatizzati. E cosi è davvero meraviglioso abbandonarsi alle fughe pink floydiane dell'act polacco, con la psichedelia che si fonde ad un post metal/sludge dalle forti tinte malinconiche. La tribalità della band cresce misteriosa in "Niepowodzenie", grazie a suoni ridondanti e ad un cantato liturgico che fortunatamente cambia spesso di tonalità e dona una certa variazione ad un tema forse alla lunga troppo stantio. La sperimentazione da sempre è parte del bagaglio dei Blindead e "Potwór Się Rodzi" lo testimonia con un cantato robotico iniziale che prepara ad un sound tra l'alternative e il post rock, in un incedere lento e suadente che sembra prendere drasticamente le distanze con quanto suonato fin qui dalla band. Ad un certo punto però ritornano i classici chitarroni post metal e pure un cantato più caustico che ci restituisce la dimensione in cui ho imparato ad apprezzare il nostro terzetto di quest'oggi. Il risultato è comunque più che piacevole oltreché dotato di una forte vena sperimentale che in questi casi non guasta mai, arrivando quasi a destabilizzare la mia mente con giri di batteria ancora una volta tribale, effluvi ritmici marziali, ripetitivi, oscuri, insani che per certi versi mi riconducono ai primi album della compagine polacca. Il disco mi piace e la band in questa sua nuova veste ancor più sperimentale, qui quasi dronica, la trovo in super forma, segno che anche il passare del tempo non usura la genialità di un gruppo di musicisti che ha fatto un passo per certi versi simili a quello compiuto dai conterranei Lux Occulta ai tempi del loro ultimo album. "Ani Lekkomyślnie, Ani Bezboleśnie" poi è un pezzo infiltrato da un industrial abrasivo che accosta i Blindead alle ultime produzioni di un altro gruppo di musicisti schizofrenici polacchi, ossia gli Entropia, segno che il nuovo vento della musica post-core sperimentale arriva da Est e non più dalle lande oltreoceano o dal nord Europa. In Polonia lo ribadisco, la scena è importante, ci sono un sacco di grandi band e i Blindead con questo piccolo gioiellino, tengono il passo o forse addirittura lo dettano. In un lavoro, in cui mi preme citare anche la partecipazione di Nihil (Massemord, Morowe) a voce, basso e chitarra, manca ancora l'ultimo tassello, "Wiosna" a chiudere, con un ambient immaginifico, un disco che ha tutti i crismi per essere una delle sorprese di questo 2019. (Francesco Scarci)

giovedì 9 giugno 2011

Blindead - Devouring Weakness

#PER CHI AMA: Sludge, Isis, Neurosis, Cult of Luna
Andiamo a scoprire, quello che fu il debutto discografico di una delle più interessanti realtà polacche nell'ambito sludge doom. Dopo gli ottimi insegnamenti di Neurosis, Isis, Pelican e Cult of Luna, tanto per citarne solo alcuni, il 2006 segna l'esordio, sulla lunga distanza, dei polacchi Blindead. In circolazione già dal 1999 e con tre demo all’attivo, rilasciano per la connazionale Empire Records questo “Devouring Weakness”. Sei lunghi brani per un totale di 44 minuti di suoni angoscianti, pachidermici, asfissianti, in cui è il quel senso di vuoto incolmabile, che caratterizza questo genere, a prevalere inevitabilmente al termine dell’ascolto dell'ascolto. Solo i titoli dei pezzi sono indicativi per ciò che riguarda i contenuti, sia emotivi che lirici, delle sei tracce qui comprese: suicidio, desolazione, senso di sconforto e depressione sono infatti alcuni dei temi trattati all’interno di “Devouring Weakness”. Le tracce, tutte molto simili tra loro, sono contraddistinte da pesanti riffs di chitarra, sui quali si stagliano le vocals gutturali di Nick, molto simile, per alcuni versi, al suo collega ben più famoso dei Cult of Luna, anche nella sua versione più intimista e riflessiva. Anche il sound si può avvicinare a quello della band svedese, la differenza risiede nella classe dei master scandinavi, nel costruire brani più articolati e atmosferici. I Blindead, da questo punto di vista, sono ancora un po’ acerbi e lontani anni luce, dai gruppi succitati. Però, se siete amanti di questo genere di sonorità, così malate, marziali, ripetitive, oscure e suicide, un ascolto è caldamente consigliato, nonostante il mio voto si sia mantenuto così basso. Di sicuro gli album successivi dei Blindead mi hanno dato ragione e mostrato quale caratura tecnica risiede nelle corde di questo eccitante combo polacco. (Francesco Scarci)

(Empire Records)
Voto: 65