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sabato 24 settembre 2022

Bjørn Riis - A Fleeting Glimpse

#PER CHI AMA: Psych Rock, Pink Floyd
Cavolo, non sono nemmeno passati sei mesi dall'ultimo 'Everything to Everyone' che il bravissimo Bjørn Riis ci delizia con un altro piccolo gioiellino di prog rock. Solo quattro pezzi questa volta per il musicista norvegese ed un EP totalmente inatteso dai fan. Quattro pezzi dicevamo, che mostrano la totale devozione di Bjørn per i maestri di sempre, i Pink Floyd. Un qualcosa che si palesa nelle delicatissime note dell'opener "Dark Shadows (Part 1)", dove con una carrambata da leggenda, il polistrumentista scandinavo piazza accanto alla propria voce, Durga McBroom, corista dei Pink Floyd dal "A Momentary Lapse of Reason Tour" del 1987 fino al concerto finale del "The Division Bell Tour" nell'ottobre 1994, senza contare le sue apparizioni in studio in 'The Division Bell' e 'The Endless River', e ancora nel tour solista del 2001 di David Gilmour. Fatte queste ennesime premesse, non sarà cosi complicato ascoltarci dentro a questi 26 minuti di musica space prog rock un turbinio di suoni che riportano Bjørn alle proprie radici, tributando in lungo e in largo la band britannica. Penso soprattutto alla strumentale "A Voyage to the Sun" che chiama inequivocabilmente in causa la leggendaria "One of these Days", per il suo evocativo tambureggiare, i suoi splendidi e ipnotici giri di chitarra che vanno via via crescendo ponendosi sopra l'abile armeggiare dei sintetizzatori. "Summer Meadows" è un'altra traccia strumentale che apre con un bell'arpeggiato figlio degli anni '80, carico di un flusso emozionale da brividi che ci condurrà fino all'ultima song, "Dark Shadows (Part 2)". Qui si riprende là dove Bjørn aveva lasciato con la prima traccia, questa volta con un supporto vocale più risicato da parte di Durga, relegato solo nel finale. Il risultato tuttavia non sembra risentirne vista la bravura del frontman dietro al microfono ed un sound che oltre ad evocare i Pink Floyd, sublima in stratificazioni elettroniche alla 'You All Look the Same to Me' degli Archive. Poi quando la scena se la prende la chitarra solista, beh sono solo applausi per un paio di minuti fino a che subentra la voce di Durga. E pioveranno ancora solo applausi. (Francesco Scarci)