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domenica 27 luglio 2014

Kvity Znedolenykh Berehiv – Za Nebokray Mriy

#PER CHI AMA: Death Doom, primi Anathema, Officium Triste
Certo, presentare alla stampa una band dal nome Kvity Znedolenykh Berehiv potrebbe essere un problema, tanto vale traslarlo in inglese e farsi cullare dal romanticismo decadente dei The Flowers of Crestfallen Shores e dall'EP 'Beyond the Horizon of Dreams', molto meglio no? Trattasi di una one man band ucraina, per cui mi piace pensare che, nonostante il tragico periodo che quella parte di mondo sta vivendo, ci sia ancora spazio per dedicarsi all'arte della musica. Due i pezzi inclusi nell'elegante digipack, due song il cui sentiero è tracciato nel doom, genere che va per la maggiore in Ucraina. Il primo brano mette subito in chiaro quali siano le coordinate stilistiche del mastermind di Kiev, alias Dmytro Pryymak: nove minuti di quel consueto death doom atmosferico, costituito da bei riffoni pesanti, growling vocals profonde, qualche discreto passaggio arpeggiato, che può rievocare 'Pentecost III' dei primissimi Anathema, e tanti cambi di tempo a rendere un po' meno scontato l'evolversi del brano. La seconda song si assesta su dieci minuti abbondanti di un sound che si rende ancora più carico di tristezza e disperazione, che forse si rifà per maestosità, agli Officium Triste e che lascia trasparire solo uno stato di desolazione scevro da qualsiasi tipo di speranza. Da segnalare un romantico e tragico break centrale, sorretto da una delicata chitarra elettrica e dalle clean vocals di Dmytro, per una song che evolverà poi verso un ridondante ripetersi del riff portante e da una cavernosa performance vocale. Che altro dire, se non suggerire in primis di vedere tramutato definitivamente il nome della band nella sua traslitterazione inglese, per garantire una maggiore accessibilità del prodotto, soprattutto alla luce della volontà dell'artista ucraino di trovare una etichetta (Solitude Productions?) che ne possa promuovere la musica. In secondo luogo, raccomanderei di rendere molto più personale la proposta della band, che si muove oramai in un ambito a dir poco saturo e per cui probabilmente è rimasto ben poco da dire. (Francesco Scarci)

(Self - 2014)
Voto: 65

http://uakvity.com/