#PER CHI AMA: Post-metal strumentale, Drone, Cult Of Luna |
Prima ancora di sapere qualcosa sugli Aidan, premo play e ascolto il loro debutto, "The Relation Between Brain and Behaviour". Non mi aspetto nulla di più di post-metal – qualunque cosa questa etichetta voglia dire oggi, dopo essere stata applicata indifferentemente sia ai Melvins che ai Pelican, tanto per dire. Il lavoro è ispirato ad uno dei casi più famosi della neurologia statunitense: nel 1823, il giovane operaio ferroviario Phineas Gage restò orribilmente ferito sul lavoro: una barra di ferro gli penetrò nella testa, perforando completamente il lobo frontale sinistro. Il caso, studiato approfonditamente dal dottor Harlow, è iscritto negli annali della medicina. I titoli delle tracce ne raccontano le vicende, l'incidente, le successive analisi, la morte e la sepoltura al cimitero di San Francisco. Sette brani completamente strumentali, in grado di passare con facilità dall'orchestrazione elettronica della cupa intro, "Lebanon, 1823" all'altalenante "Left Frontal Lobe" in costante tensione tra accelerazione e lentezza doom; dall'ispiratissima "No Longer Gage" all'altro capolavoro dell'album, "Pulse 60 and Regular", tanto serrata all'inizio quanto inquietante nel lungo bridge centrale di chitarra. Il tutto è condito dal suono sporco tipico dello sludge, che differenzia gli Aidan di diverse misure rispetto, ad esempio, ai colleghi Cult of Luna o ai Karma To Burn. Ma ecco la prima delle due sorprese di questo lavoro: pur essendo strumentale, pur essendo ispirato ad altri grandi del genere, "The Relation Between Brain and Behaviour" traspira personalità da tutti i pori. È un disco che si ascolta piacevolmente dall'inizio alla fine, è suonato senza inutili tecnicismi ma con precisione, gusto e presenza, ed è prodotto in maniera eccellente e con grande cura ed equilibrio nei suoni (ascoltatevi il finale di "Lone Mountain": capolavoro). La seconda sorpresa? Gli Aidan sono tre ragazzi di Padova. Sì, avete letto bene: Padova.(Stefano Torregrossa)