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mercoledì 1 maggio 2013

Schematics for Gravity - Schematics for Gravity

#PER CHI AMA: Post-rock, Post-metal, Pelican, Rosetta, Cult of Luna
Capisco benissimo le difficoltà a livello compositivo delle band che amano suonare post-rock o post-metal. Bisogna essere originali ed ossessivi allo stesso tempo; bisogna dimostrare una certa tecnica senza però sembrare dei fissati del virtuosismo; bisogna creare la giusta atmosfera senza sembrare troppo mollaccioni; bisogna saper esplodere al momento giusto, concedere il giusto respiro, mantenere il controllo del brano senza per questo rinchiuderlo in strutture troppo ripetitive. Un lavoraccio che gli Schematics For Gravity svolgono discretamente senza però eccellere. Intendiamoci: l'EP omonimo del quintetto svedese si lascia ascoltare, eccome. Diciamo pure che se qualcuno mi chiedesse: "Consigliami un bel disco di post-metal, per me è un genere nuovo", potrei valutare l'inserimento di questo disco nell'elenco, anche di fianco a nomi più grandi. Ma ad orecchie più allenate, a chi mangia Pelican a colazione e fa merenda con i Cult of Luna, il lavoro degli Schematics For Gravity non potrà che apparire poco interessante. Tre brani, venticinque minuti, con partenze e chiusure dei pezzi sempre molto interessanti: bellissimo l'arpeggio iniziale in "The Art of Taming Waves", altrettanto ispirato il finale strumentale di "An Entire Ocean Under Scarred Skin" (in realtà l'intera canzone è il vero punto massimo del disco), straordinariamente aggressivo l'inizio di "Antithesis to Bliss". Ma è nel centro delle composizioni che gli Schematics For Gravity appaiono più deboli: la voce del cantante permette assai poche variazioni sul tema e, sebbene dal punto di vista dell'ascolto le chitarre si presentino sempre da vere protagoniste, è innegabile una certa carenza di originalità nel modo di suonare e una certa ossessività di alcuni riff, che può far parte del genere. In sostanza: un buon lavoro, una produzione più che ottima, ma di certo gli Schematics For Gravity non hanno creato una pietra miliare del post-metal. (Stefano Torregrossa)