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sabato 9 settembre 2023

Alma Irata - Pillole di Inquietudine Sociale

#PER CHI AMA: Punk/Post Hardcore
Nuovo capitolo per la band capitolina che si riappropria di una certa verve street punk e un sound diretto e d'impatto. Pochi fronzoli e canzoni ben strutturate correlate a testi intensi, legati a tematiche sociali di vita quotidiana, condivisibili per i più e irritanti al punto giusto per creare un contrasto emotivo nei riguardi di una società oramai senza più regole. Quindi, tra politica, religione e morale ci si imbatte in un rock pesante dai contorni orecchiabili, con riff importanti e una buona presenza di chitarre. Basti ascoltare "Ogni Santo Giorno", per farsi un'idea della proposta sonora del combo romano. Poche novità e sperimentazioni permettono alla band di dare vita ad un buon album compatto e dinamico che ben s'inserisce in un contesto italico con poche speranze, divenendone eccezione. Le strutture compositive, molto care alla cultura sonora degli anni '90, caratterizzano 'Pillole di Inquietudine Sociale' per stile e sonorità. Abbandonate le fragili velleità metal ed il canto in lingua d'albione di 'Deliverance', gli Alma Irata si distinguono, come detto, per un lessico musicale diretto e carico di risentimenti vicini al pensiero popolare, con ottimi risultati, dove concettualmente ci si può rispecchiare facilmente, sebbene alcuni temi risultino molto complessi per essere trattati nello spazio di una canzone. Musicalmente, si strizza spesso l'occhio a un certo sound di casa The Alchemy, per poi prendere la forza del metal e l'urgenza del punk, per un giusto equilibrio, con la lingua tricolore a rendere il prodotto più curato e accessibile. Questo non guasta all'intero disco, che si fa ascoltare piacevolmente, e si fa notare per una certa tensione nei testi pessimisti esposti dalla bella voce di Daniele Longo, che risulta a tutti gli effetti l'anima e il megafono del gruppo romano. Parlavamo di un certo gusto stilistico retrò anni '90 che in "Democricratico" o nella successiva "Spettri", si fa sentire molto, in una composizione che potrebbe rientrare nei parametri strutturali dei mai dimenticati Therapy? d'annata. Il canto è spinto, urlato in faccia in uno stile più melodico ma meno cantautoriale e teatrale mostrato dal Teatro degli Orrori, però altrettanto efficace e dal tono sempre polemico, riflessivo e urticante. Uscito per Overdub Recordings, il disco è sinonimo di un buon segnale nel panorama deficitario italiano, una musica che raccoglie vari testimoni e rilegge in un'ottica propria le caratteristiche di ottime realtà alternative ed intelligenti italiche, intriso di cultura antagonista e battagliera da centro sociale di un'era sonora che purtroppo è quasi sparita, dai Congegno ai Sottopressione, ai Rebelde, ai perugini Azione Diretta. Un buon disco per l'ascoltatore che vuole combattere il sistema consumistico, fatto da una band che sente ancora l'esigenza di dover scrivere musica per comunicare il disagio sociale. (Bob Stoner)