#PER CHI AMA: Swedish Death, In Flames, Meshuggah, Gojira |
Arriva giusto in tempo per essere messo sotto l'albero di Natale del “Pozzo” questa release digitale degli Orbit Culture. Il quartetto svedese non tradisce le proprie origini, proponendoci un gradevolissimo death melodico di scuola prettamente scandinava. La denominazione di origine controllata (e garantita) è confermata non appena faccio partire il player multimediale (per questo non potrò parlare di ciò che concerne artwork e packaging) in cui degli ottimi suoni fanno breccia nei miei timpani, riservando a loro un trattamento per così dire da “bastone e carota”. Precisissimi fraseggi alle 6-corde sfornano melodie molto riuscite che si alternano a batoste sonore create da riffoni in loop da headbanging forsennato; le growling vocals sono ben calibrate e mai fastidiose, il tutto miscelato sapientemente da un lavoro in studio estremamente chirurgico, solido e validissimo. Il lavoro in questione si compone di cinque tracce, più le stesse cinque tracce in versione strumentale (trend del momento a quanto pare, vedere per credere alla voce Evilness) che come ho avuto modo già di dire, consentono di apprezzarne meglio il lavoro “strumentale” ma non danno alcun valore aggiunto; in questo caso nessun problema, perchè bastano le cinque tracce complete di vocals per capire che questo 'Odyssey' è un lavoro ottimo, sotto ogni punto di vista. L'EP, se così lo si può definire, brilla di luce propria, anche se qualche bagliore di luce riflessa arriva da altrove: in alcuni riff si può scorgere la grande influenza degli immensi In Flames di 'The Jester Race', come più in generale i riferimenti a formazioni tipo Gojira e Meshuggah sono evidenti. Essendo ormai diventati veri “standard” del genere, ciò non intacca minimamente il valore di questa release che si mantiene veramente alto. Mi fa un piacere immenso venire a contatto con realtà di formazioni in grado di sfornare lavori di questo calibro, perchè è l'ennesima conferma che in giro c'è un sacco di ottima musica tutta da scoprire. Grande merito a questi quattro ragazzi svedesi per aver prodotto un bel lavoro, per essere in possesso di ottime capacità tecniche e soprattutto di avere delle idee ben focalizzate sul tipo di genere proposto; tra le mie tracce preferite sicuramente compaiono “Wildfire” e “The Planck Distance”, senza scordare la tellurica “The Sparrow”. Signori, qua il voto sarà alto; quando un disco non ha nessuna sbavatura di sorta, tipo questo, è merito esclusivo dei suoi autori. Pollice alto per gli Orbit Culture!!! (Claudio Catena)
(Self - 2013)
Voto: 90
https://www.facebook.com/OrbitCulture
Voto: 90
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