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sabato 18 agosto 2012

Last Mistake - Living Again

#PER CHI AMA: Hard Rock, Scorpions
Altra band italiana, formatasi in quel di Formia nel 1998, questo è il loro secondo lavoro, dopo “Last Mistake” uscito nel 2007; aggiungo solo che non ha nulla da invidiare ai nostri cantautori di vecchio stampo. "Escape" si apre con note sintetizzate e chitarra distorta, per introdurre l'ascoltatore ad un viaggio nei meandri del rock più puro. "Living Again" ricorda in modo impressionante il sound degli Scorpions, con la voce tendente all'acuto e chitarre a tutto spiano, per un tripudio di puro rock: il ritornello tende ad essere molto melodico, con un risultato sorprendente ed un assolo di chitarra ricordante i Queen, band da cui hanno preso ispirazione. Con "Alive" il sound si fa più aggressivo, dalle sonorità più profonde, ma mantenendo sempre un tocco melodico. In sottofondo si possono anche udire note di synth, che danno un'impronta anche orientaleggiante al brano, rendendolo così particolare che sarà impossibile dimenticarlo. "Locked" ha un'impronta più progressive, con ampio spazio alle tastiere e alla chitarra acustica: impercettibili sono le note “spagnoleggianti”, ma aiutano a dare un tono più ricco e vario al brano, senza farlo scadere nel banale. "Time to Shine" ricorda fortemente i Pink Floyd, con le chitarre suonate delicatamente, la voce che si accompagna al sound e la chitarra distorta che sottolinea il tono di voce usato, accompagnato anche da tocchi di pianoforte. L'assolo di tastiera riprende il leit motiv del progressive rock, rendendo questa traccia una perla di rock italiano. "Ladytime" riprende il sound degli Scorpions, ma aggiungendovi anche elementi orchestrali: il risultato è un brano solenne, semplice e vario al tempo stesso, che si avvale di nuovi elementi man mano che procede: una sorpresa dentro la sorpresa, insomma. Persino la voce, che sembra troppo melodiosa, con la parte orchestrale, si adatta perfettamente e non risulta pesante all'ascolto. "I Will Live There" invece è potente, più vicina al metal che al rock puro, con note di synth che supportano gli altri elementi della band creando un brano di difficile catalogazione, ma a mio avviso di una spettacolarità sorprendente: questa è una delle tracce dell'album che preferisco, con alla fine batteria e tastiere che danno il meglio di se stesse. "Your Song" è più acustica, con la chitarra classica e il pianoforte all'inizio, con chitarra elettrica appena percettibile e batteria che riprende le note di “Time to Shine”. Verso il ritornello poi la chitarra elettrica si fa sentire di più, per poi tornare dietro le quinte. "Push" presenta il cantato in falsetto, mentre le tastiere sono in primo piano: il risultato è un brano molto leggero, da synth-pop degli anni '80, creando un'atmosfera irreale e a tratti ilare, ma senza dimenticare un puro assolo di chitarra. "Fate" è energica ed intensa, con le keys portate al picco più alto mentre chitarra, basso e batteria accompagnano il tutto con una verve più stile Europe. Arriviamo, purtroppo, alla fine del viaggio con "The Silent Room": pianoforte per cominciare, atmosfera inquieta, voce bassa, un pizzico di malinconia ma un favoloso assolo di chitarra in puro stile Guns'n'Roses, che lo rende singolare. È con delle note di pianoforte in scala che si chiude questo viaggio nelle band che hanno segnato la storia del rock. Per concludere, questo è un lavoro da non lasciarsi scappare, soprattutto per la varietà di suoni, di tributi e di cambi di ritmi che presenta: per i nostalgici del progressive rock, consiglio vivamente questo acquisto: non ve ne pentirete. Sono curiosa di sapere come sarà il loro nuovo lavoro. (Samatha Pigozzo)

(Uk Division Records)
Voto:75