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mercoledì 19 marzo 2014

Enos - Chapter I

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Stoner/Sludge, Space rock, Orange Goblin, Baroness, Sleep 
Si intuisce che c’è più del solito disco in questo 'Chapter 1' degli Enos solo guardando il packaging: schemi di costruzione di razzi spaziali, un bel fumetto free – come il disco, d’altra parte: tutto in free download –, e una tracklist che racconta già una storia: quella di una scimmia, Enos, che negli anni ’60 fu addestrata dalla NASA e lanciata nello spazio come test per i futuri viaggi dello shuttle. Enos tornò a casa, nella vita reale: la band inglese, invece, immagina che da qualche parte la scimmia si perda nello spazio e ritorni sulla Terra, sì, ma ormai trasformata in qualcos’altro. Musicalmente gli Enos pescano a piene mani elementi dello stoner/sludge psichedelico di oltreoceano (c’è qualcosa dei Kyuss, certo, ma anche di Sleep, Baroness, Hawkwind) mantenendo comunque un certo piglio British (Orange Goblin, persino Pink Floyd a tratti) soprattutto nei suoni, nella struttura delle canzoni e nel mood generale. Cinque tracce per 35 minuti: si va dai potenti riff stoner di “Launch” alle atmosfere space guidate dalla chitarra acustica di “In Space”, ma c’è spazio anche per la psichedelia floydiana di “Floating” e per l’oscurità doom delle inquietanti “Transform” e “Back To Earth”, che chiude il disco con tre minuti abbondanti di un riff ossessivo che non dimenticherete facilmente. I quattro Enos si muovono con personalità e sicurezza pur essendo un debut album: si percepiscono le influenze già citate, ma ben miscelate e interpretate con gusto e presenza. Bella la voce quasi costantemente in delay (mi ricorda i Sons Of Otis), bello il taglio blues di molti soli, belli i misuratissimi interventi di soundscapes di tastiere. Volete un difetto? Alcuni suoni, il rullante in particolare, sono forse un po’ troppo lo-fi persino per un genere che ha fatto della produzione sporca e grezza un marchio di fabbrica. Ma “Chapter 1” degli Enos resta davvero un bel lavoro, pieno di idee e ben suonato: se non bastasse, lo ripeto, l’album è pure in free download. Da avere. (Stefano Torregrossa)

(Self - 2010) 
Voto: 75 

venerdì 6 dicembre 2013

Enos - All to Human

#PER CHI AMA: Stoner Psichedelico, Black Sabbath, Orange Goblin,
Un giorno senza psichedelia & stoner è un giorno senza sole, quindi oggi prendo un bel discetto che arriva direttamente da UK e via, verso nuovi orizzonti. Dopo l'apprezzato 'Chapter 1' del 2010, gli ENOS tornano con 'All to Human' per raccogliere ancora consensi dal pubblico e dalla critica del settore. Tra le loro influenze si leggono Black Sabbath, Orange Goblin, Deep Purple, Fu Manchu, Cathedral, etc. e non posso che confermarlo, ma aggiungerei anche Pink Floyd, tanto Pink Floyd. "Collisions" infatti è pregna delle atmosfere di 'The Dark Side of the Moon', con vocalizzi alla "The Great Gig in the Sky" e tanto ancora, però nel suo insieme risulta personale e molto introspettiva. Un volo dell'anima, tra organi hammond e riff di chitarra zeppi di riverbero e delay. Se chiudo gli occhi vedo uno spettacolo di luci fioche che guizzano intorno a me, come una danza di fuochi fatui. E poi il cd passa ad "Another Solution", puro stoner/doom fatto di cattiveria sonora, chitarre piene di fuzz e cantato ruvido come un urlo incazzato a pochi centimetri dalla faccia. Gli ENOS sono capaci di metamorfosi repentine, prima vi cullano in braccio e poi vi lanciano giù da un crepaccio più alto del Grand Canyon. Non ci resta che alzare le corna al cielo. La traccia "Obscured" intreccia un ritmo ipnotico con atmosfere in stile Black Rebel Motorcycle Club, che accompagnano lo slide di chitarra, forse il vero protagonista della canzone. Sta di fatto che tutto è al suo posto, basso e batteria sono sempre all'altezza e creano un tappeto ritmico che permette agli altri strumenti di muoversi con facilità. Non posso chiudere la recensione senza parlare di "All Too Human", traccia che da al titolo all' album e che vi farà pogare in maniera incontrollata, come un attacco epilettico causato dal riff grezzo e sanguigno di chitarra che si insinuerà nel vostro malato cervello e non vi mollerà più. Un ottimo lavoro questo dei ragazzi di Brighton, niente da dire o da aggiungere. Avendo già il cd, aspetto solo di vederli dal vivo e tornare a soffrire di epilessia da concerto. (Michele Montanari)

(Self - 2012)
Voto: 80

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