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martedì 5 novembre 2024

The The - Ensoulment

#PER CHI AMA: New Wave/Rock
Liriche abbaglianti eppure notturne, scorticanti eppure fumose, plasmate in prossimale controcampo rispetto al naturalismo magico di William Blake, evocato, auspicato e condiviso da MJ ben prima della pubblicazione di "Some Days I Drink My Coffee by the Grave of William Blake", primo eccellente singolo dell'album. Elementari, primitive (uh, persino troppo: quello della "Casablanca Whore", Kissing the Ring of Potus" è un calembour, diciamo, obsoleto, a essere gentile). Niente più emozioni (certificato dalle liriche "Adds an alias for anonymity / A postcode for proximity" da "Zen and the Art of Dating"), soppiantate dall'IA ("I Hope You Remember (the Things I Can't Forget)") e dall'ingordigia degli umani ("Risin' Above the Need"); un nichilismo matrixiano ("Everything you thought you knew is wrong / … / Truth stands on the gallows / Liеs sit on the throne" - "Cognitive Dissident" e ancora "...Everything is not what it seems" da "Life After Life") sfiduciato dalla politica ("This greedy, unpleasant land wraps itself in a flag" ancora da "Some Days I Drink My Coffee by the Grave of William Blake") e dalla tecnologia ("Linoleum Smooth to the Stockinged Foot") che conduce a una dolente e a tratti forse scaramantica riflessione sull'inutilità dell'essere ("Where do we go when we die? / The sun may fall but the moon will rise" da "Where Do We Go When We Die?"). Suoni sinuosi e notturni, meravigliosamente escogitati e meticolosamente prodotti (dimenticate 'Nakedself' e recuperate il magnifico 'Dusk'). C'è il Leonard Cohen di 'First We Take Manhattan' in "Cognitive Dissident", il pathos compresso ("Linoleum Smooth to the Stockinged Foot") o spettrale ("Down by the Frozen River") di certe recenti sperimentazioni cinematografiche, la ballata-Johnsoniana-fino-al-midollo ("Where Do We Go When We Die?), un smaccato inchino agli Animals aromaticamente Hanky-pankettaro (di nuovo "Some Days..." da confrontare con "House of the Rising Sun") e, sì, una manciata di acronici ritornelli new romantic ("Kissing the Ring of Potus"). Grande album, difetti compresi. (Alberto Calorosi)

(Ear Music - 2024)
Voto: 78

https://www.thethe.com/

sabato 2 luglio 2022

Alice Cooper - Paranormal

#PER CHI AMA: Hard Rock
"I was a billion dollar baby in a diamond dress" cita "Fallen in Love". Già. Benvenute vecchie care paranoie ("I love floating off the ground / so welcome to my … private public breakdown", dice in "Private Public Breakdown"; "They feed my paranoiac personality / Persanoiac peronality", ecco "Paranoiac Personality"), benvenuti giù all'inferno ("That slick black limo full of ladies had the devil at the wheel" esclama "Dynamite Road"). Benvenuti nel vecchio caro mondo di Mr A. ("The sound of A will keep you down / with that cruel, peculiar sound / it will shoot into your brain / and remain" urla "The Sound of A"). Tanto peston-(sh)rock ("Dead Flies") nella prima parte, costruita a cazzuolate di riffoni chitarristici ("Paranoiac Personality"), la quasi-psych-punk "Fireball", la Zzz-topica "Dynamite Road", talmente zz che siete costretti ad aggiungere una Z (e, facendo sessanta, a convocare Billy Gibbons per il solo di chitarra). Puro rock-a-tainment nel prosieguo, con tanto di ottoni ("Holy Water"), hard-boogies ("Rats") e una rocchettosa carrambata con la vecchia Alice Cooper band relegata, pensate, sul bonus cd ("Genuine American Girl" e "You and All Your Friends") assieme ad una inutile manciata di live recenti. Alla autoreferenziale e già citata "The Sound of A", collocabile tra i Pink floyd di "Sorrow" e i Duran Duran di "Save a Prayer", spetta il compito di chiudere un album, il ventisettesimo, sorprendentemente ben scritto e insospettabilmente divertente. (Alberto Calorosi)

(Ear Music - 2017)
Voto: 74

https://www.facebook.com/AliceCooper