#PER CHI AMA: Mathcore, Postcore, The Dillinger Escape Plan, Converge |
Immaginate un album lineare, con ritornelli definiti, tempo in quattro e accordi catchy. Ecco: ora buttate tutto nel cesso, perché il primo full-lenght del quartetto francese Nerv è l’esatto opposto. Solo sette brani, ma talmente densi da lasciare il fiato corto al termine dei 40 minuti di durata. La forma canzone dei singoli pezzi è masticata e rimasticata più volte, fino a lasciare una struttura flessibile, dinamica, che raramente si spreca in reprise di ritornelli o strofe. Il tempo stesso diventa un gioco per i Nerv che tagliano, spezzano, aggiungono, dilatano, modificano ogni battuta fino alla completa destabilizzazione del pezzo (la splendida opening “Cathars”, “Martyr”). Velocità e rabbia, distorsione e inquietudine, follia e assenza di equilibrio. Le coordinate del quartetto sono quelle del math-core e del post-core, ma c’è di più dei già noti The Dillinger Escape Plan. È una musica più matura, se vogliamo, oscura e violenta, ai limiti della schizofrenia, che se disdegna la melodia in maniera metodica – sono le dissonanze e le progressioni di accordi inusuali a farla da padrone in 'Vergentis In Senium' –, non rifiuta invece influenze più tipicamente math-metal (“Tortures”) e lucidissimi momenti sperimentali di follia (sentite il sassofono tagliente del capolavoro “Savonarole” o l’inquietante chiusura acustica di “Suffer”). La voce, rabbiosa, ruvida e disturbata, può forse essere l’unica nota noiosa sulla lunga distanza, ma è questione di un attimo, persi come si è a seguire l’intera band in questo incubo sonoro solo apparentemente senza capo e coda. Un disco difficile, una grande prova tecnica e di composizione, perfettamente prodotto e confezionato: un gioiello per chi ha voglia di ascoltare qualcosa di nuovo. (Stefano Torregrossa)
(Self - 2015)
Voto: 75