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mercoledì 9 maggio 2018

Emphasis - Black Mother Earth

#PER CHI AMA: Post Metal/Post Rock
Giusto per confondere, la introduttiva "Muna" erompe con discrezione carsica, successivamente conturbata da un coro femminile ultraterreno, invero collocabile tra goth, doom e il coro delle voci bulgare per come abbiamo imparato a conoscerlo nel pippero. La tavolozza post rock inzaccherata di stilemi mostrata invero con una evidente baldanza, in "Captains of North" rivela invece pregi e difetti di una composizione sì consapevole (le tinte epiche di "The Quiet Roads" sono indiscutibilmente efficaci), senz'altro trascinante (è il caso, ammettiamolo delle progressioni black-imperatoriali di "Black Slit", poi convergenti asintoticamente verso la successiva "Rivers Unders", assieme alla quale compone una sorta di mini-suite) eppure solo saltuariamente originale. Semplicemente disdicevoli le due voci: un growl pre-adolescenziale la prima e una specie di gorilla con una cassaforte sulla pancia (la stessa timbrica del Fantozzi antifrastico che che esclama "Ma com'è umano lei...", se avete modo di ricordarvela), la seconda. L'album, eminentemente strumentale, sarebbe una sorta di messa in scena musicale delle atmosfere dell'omonimo romanzo dello scrittore croato Kristian Novak, conterraneo della band, e sarebbe stato realizzato nientemeno che col contributo del Ministero della Cultura croato. E sti cazzi non lo vogliamo aggiungere? (Alberto Calorosi)