#PER CHI AMA: Punk/Hardcore/Sludge |
Fantastico, apri la pagina Facebook dei COUNTRY CORPSES e ti ritrovi la foto di loro tre con Cristina D'avena, un must! Dopo questo biglietto da visita goliardico, andiamo a parlare seriamente di questo trio nato nel 2008 a La Spezia. Da quello che ho potuto recuperare dal Web, i nostri sono un side project (vi hanno partecipato tutti e tre gli elementi) degli ALLIGATOR GAR, i quali un paio di anni fa lanciarono un disco dal profetico titolo 'Country Corpses'! Dopo questo principio di emicrania dovuto all'intersecarsi di nomi, passiamo all'album prodotto dalla Skatti Vorticosi Records, contenuto in un semplice jewel case dalla grafica a mano libera che richiama scene di vita agreste di un mondo onirico. Infatti, le figure rappresentate sono incroci di diversi animali o insetti, come la sensuale formica-sirena, anche se il pezzo forte è il disegno all'interno del booklet: il ritratto di famiglia fatto dal piccolo Cthulhu che rappresenta un papà umano e una mamma medusa felicemente ritratti in spiaggia. I Country Corpses sono di sicuro dei buontemponi che raramente si prendono sul serio, ma quando si parla di musica, la questione cambia. I brani sono relativamente brevi, e gli otto pezzi contenuti scorrono veloci in poco più di venti minuti, sposando la filosofia del noise/hardcore/punk. "Healthcare" è il primo brano ed è bello forte, un treno pieno zeppo di grunge/stoner che arriva veloce e che puoi scansare solo se hai i riflessi pronti. Il chitarrista/cantante Dani ci mette l'anima, dando alla luce ottimi riff e assoli, cantandoci pure sopra in maniera abbastanza convincente. Lo stile è sofferente, spesso urlato e graffiante, che regala maggior enfasi alle melodie dei vari brani, ma che talvolta risulta troppo forzato e poco naturale. Eli (basso) e Nico (batteria) fanno del loro meglio per fondersi un'unica entità fatta di puro ritmo con risultati piuttosto piacevoli. "The Cities Kingdom" è il brano che convince di più, arrangiato meglio ed equilibrato, dove anche il cantato si trova più a proprio agio. La canzone graffia e morde come un animale in gabbia, le chitarre sono potenti e oggettivamente belle da ascoltare. C'è pure spazio per un breve break a metà traccia, una giusta motivazione per riprendere dallo stesso punto, senza tante remore. Più interessante lo special che arriva qualche secondo più tardi, dove i Country Corpses si trasformano in satanassi dello sludge. Probabilmente troppo brevi le parti interessanti e troppo lunghe quelle scontate, ma il brano scorre che è una meraviglia. "Worthless" strizza l'occhio ai Verdena e agli Smashing Pumpkins dei tempi passati, una bella cavalcata ruvida e polverosa. Tanta energia incanalata nel modo giusto, un brano che sicuramente renderà parecchio nei vari live che la band sta affrontando in questi ultimi mesi. Un ottimo lavoro questo 'Protozoan in Love', ben arrangiato e registrato anche discretamente. Le uniche pecche sono da relegare alla sezione creatività che dovrebbe spingere la band a cercare una propria strada, da qui il futuro dei Country Corpses si potrebbe rivelare ancor più promettente. (Michele Montanari)
(Skatti Vorticosi Records - 2014)
Voto: 75