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domenica 7 ottobre 2018

Aeolian - Silent Witness

#PER CHI AMA: Folk/Death/Black, Amorphis, Insomnium
Siete fan dei Dark Tranquillity, degli In Flames o forse degli Opeth? Avete detto che vi piacciono anche Dissection, Amon Amarth e Amorphis? Siete incontentabili, ma anche tanto fortunati perché oggi arrivano in vostro aiuto i maiorchini Aeolian, che convogliano tutte le influenze di cui sopra, in questo interessante 'Silent Witness', un concentrato di death black folk assai melodico. L'incipit è da urlo visto che "Immensity" ingloba un po' tutte le band citate con una certa eleganza che si concretizza in ottime linee di chitarra, pregevoli growling vocals e assoli da paura che valgono da soli il prezzo del cd. Le melodie folkish a la Amorphis o nella vena dei primissimi In Flames, si materializzano in "The End of Ice", song assai matura che vede sul finale esplodere un altro brillante assolo con dei vocalizzi epici davvero intriganti. Insomma, ci siamo già capiti, a me quest'album mi prende e non poco. Un rifferama stile Nevermore irrompe in "Chimera", un bel pezzone thrash che mi ha rievocato una sfortunata ma altrettanto brava band di fine anni '80, gli Anacrusis, votati ad un thrash progressivo veramente speciale. Questa song ha echi di quell'ensemble, anche se poi ovviamente i nostri nuovi eroi di Palma di Mallorca prendono una strada differente che ammicca anche agli Insomnium. Tanti i punti di forza dell'album per cui eviterei un track by track per soffermarmi invece su quei brani che più mi hanno sconfinferato, a partire dall'intro acustica di "Return of the Wolf King" e da una traccia che segue i dettami degli Amorphis in modo piuttosto personale, coniugando il folk con intemperanze black e divagazioni prog. Bravi, ben fatto. Se l'inizio devastante di "Going to Extinction" mi ha ricordato, per quel suo urlaccio, i Cradle of Filth, la song comunque conferma quanto di buono ascoltato sin qui. Ancora un bel folkish thrash death con "Elysium", cosi come entusiasmante è l'altra intro austica di "Wardens of the Sea" che con il esotismo, evoca gli Orphaned Land, per poi tramutarsi in una più normale canzone death, sicuramente carica di un buon groove. "The Awakening" è la classica quiete prima della tempesta scatenata da "Black Storm", dirompente blackish song tra incessanti ritmiche tiratissime e splendide melodie. Ci sono ancora un paio di brani ad attendervi per il gran finale dove a mettersi in luce sono le ottime linee di basso e un sound che strizza l'occhiolino agli Opeth ("Witness") e in parte ai Cradle of Filth ("Oryx"), per quel suo screaming che si alterna con tutte le linee vocali sin qui godute, in una song oscura ma parecchio variegata. Diavolo, mi ero detto di evitarmi il track by track, ma ci sono cascato in pieno e allora visto che ho saltato solo "My Stripes in Sadness", sappiate che si tratta di un buon brano che vede una rilettura da parte del quintetto delle Baleari, degli insegnamenti degli Insomnium. Alla fine che dire, se non che 'Silent Witness' è un lavoro ben fatto, ben curato, ottimamente prodotto (ma qui c'è lo zampino di Miguel A. Riutort Cryptopsy, Hirax e The Agonist), di cui ne posso solo fortemente consigliare l'ascolto. (Francesco Scarci)

(Snow Wave - 2018)