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venerdì 12 marzo 2021

Fine Before You Came – Forme Complesse

#PER CHI AMA: Indie Rock
Come stavate voi con tutto quel daffare attorno. Dove eravamo quando il superfluo era all’ordine del giorno. Sarà banale, ma la musica che ho amato è la cosa che più di tutte mi dà il senso del tempo che passa, la misura dell’invecchiare. E quindi fa innegabilmente effetto rendersi conto che i Fine Before You Came (FBYC) esistono da ormai più di vent’anni (come ribadito dal loro nuovo sito fbyc1999.it – e anche il fatto che nel 2021 si parli di un sito internet come di una cosa nuova contribuisce a dare la misura del tempo che è passato e del fatto che non siamo davvero al passo coi tempi). E anche, a conti fatti, che ne sono passati ormai 12, di anni, da quello spartiacque generazionale che è stato 'Sfortuna'. In tutto questo tempo i testi di Jacopo Lietti si sono rivelati sempre “troppo perfetti”, al punto di essere fisicamente dolorosi, nel disegnare un passaggio ad una vita che si sarebbe voluta adulta (o che qualcuno lo avrebbe voluto per noi) ma che il più delle volte ha assunto soprattutto le forme scomode dell’indadeguatezza; e continuano a farlo, in modo al solito inesorabile, in quest'ultimo lavoro, nel quale rappresentano, a prima vista, l’unico elemento di continutità con il passato. Perchè 'Forme Complesse', che esce quattro anni dopo (di già? Possibile?) Il Numero Sette si discosta decisamente da quello che siamo abituati a considerare i FBYC. Innanzitutto nel modo in cui il disco viene distribuito (per la prima volta non è disponibile in download gratuito e nemmeno sulle piattaforme streaming) e poi, soprattutto, nella sua veste musicale, che abbandona i consueti territori che per semplicità definiamo posthardcore per una sorta di slowcore chiaroscurale. Eppure non ci stupisce granchè, un po’ perchè la strada intrapresa dalla band da 'Come fare a Non Tornare' in poi, passando per il live acustico al teatro 'Altrove', sembrava presagire uno sbocco di questo tipo, un po’ perchè l’utlimo anno ha cambiato le cose in un modo che forse non siamo ancora pronti a riconoscere fino in fondo. E 'Forme Complesse' è un disco cupo, a volte plumbeo, che affronta con precisione chirurgica quello che sentiamo nel profondo ma a cui non sapevamo dare un nome, una forma, un vestito. È un disco che si regge su contrasti in equilibrio, sempre sul punto di spezzarsi, tra grazia e rancore, fraglità e stoica resistenza, tra il terrore del vuoto e il tentativo di caricarsi il proprio mondo sulle spalle, senza mete precise, nonostante tutto. Musicalmente è un disco di arpeggi elettrici delicati e circolari, di lenti crescendo che non arrivano mai al punto di deflagrare, di linee di basso meditabonde, di ritmiche irregolari, intrecci vocali ed un cantato a metà tra il declamatorio dolente degli ultimi lavori e delicate, fragilissime melodie. È un disco bellissimo. Forse non l’avevo ancora detto. (Mauro Catena)

(Legno - 2021)
Voto: 83

https://fbyc.bandcamp.com/