BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
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#PER CHI AMA: Death/Grind |
Suonano una sorta di grind death delirante con chitarre e basso molto pesanti e grezzi, al pari della registrazione dei brani. La batteria è costantemente in contro-tempo, minimale ma sempre con un effetto finale diverso. Incessanti i cambi di tempo, cosi come le accelerazioni, le rotture, drastiche, delle battute. Così si alternano e s'introducono violentemente gli strumenti, l’uno complementare all’altro, su un cantato cupamente gutturale o su un falsetto stridulo viziato da varie urla schizzate, quasi soffocate; queste voci spesso mostrano una marcata, anche troppo però, vena ironica che prende in giro tutto e tutti, tra cui anche vecchie hit rock. Nei loro numerosi intro propongono anche scenette, sarcastiche fino al fanciullesco. Scherzano il punk nel cantato pulito di cantare, o ironizzano in alcuni titoli dei brani ("Greeting from Hiroshima"). A volte si dimenticano quasi della musica per lasciar posto a una invadente allegria proponendo diversi intermezzi che sarebbero stati decisamente migliori se fossero stati più mirati, come la rumoristica-strumentale "March of Machines" che fa marciare un forte fruscio, risultando alla fine anche un po’ monotona. L’ultima song poi, è un miscuglio di funky e ska, due generi affini ma totalmente estranei a quanto ascoltato sin qui.
(Downfall Records - 2000)
Voto: 62