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giovedì 1 maggio 2025

Cowards – God Hates Cowards

#PER CHI AMA: Post Punk/Noise Rock
In effetti ci ho messo un po' per assimilare 'God Hates Cowards' al meglio: tanti e ripetuti ascolti, per capire cosa mi rendesse dubbioso, ma alla fine ho capito che la differenza tra un album derivativo e un album conservativo è molta, ed è molto importante riconoscerne la differenza. Nel nuovo disco dei Cowards, ci sono suoni e trame che al primo ascolto potrebbero essere confuse o scambiate per il solito clone di band più blasonate, ma a un attento ascolto, ci si accorge che la band marchigiana ha saputo cogliere al meglio quell'essenza musicale che spinge verso un periodo di rock alternativo ben definito e per un post punk intenso e oppressivo. La sua chiave di ascolto la si può trovare nei suoni distorti di chitarra, suoni che sono curatissimi, distorsioni e riverberi adorabili che rimandano a band di culto come My Bloody Valentine, A Place to Bury Strangers, Sonic Youth, Pixies e God Machine, come in una sorta di catarsi compositiva, dove raccogliere i frutti di questi artisti per trarne ispirazione, calcarne le orme e intraprenderne un cammino sonoro similare. Ecco svelate le mie perplessità, tra il derivativo e il conservativo. Quindi, questo è un album che conserva e ripropone le teorie e le gesta magiche di band che hanno fatto la storia del rock trasversale, grigio, sonico, inserendosi tra le loro note, vivendo di persona il significato del loro suono fino a comprenderlo e farlo proprio, e partorendo alla fine un album che vale la pena ascoltare. "Storm" e "About a Friend" sono due brani molto intensi, le chitarre di "3020" fischiano che è un piacere, come le ricercate stonature chitarristiche shoegaze di "Scream". Giulia Tanoni al basso e alla voce, che divide con il chitarrista Luca Piccinini, emula i vecchi fasti di Kim Gordon, mentre è in "Barefoot Walking the Head", che la band tocca una vetta notevole tra chiaroscuri sonici, intensi e ruvidi. L'apporto di Michele Prosperi dietro le pelli, già con i Jesus Franco & the Drogas, chiamato a sostituire il membro fondatore e batterista, Peppe Carella, dopo la sua tragica scomparsa, e a cui è dedicato l'intero album, dona l'impulso necessario per rendere ancora più aggressivo e immediato l'effetto sonoro di questo lavoro. Cogliere l'urgenza creativa che si nasconde tra le note di questi brani è facile quanto capirne l'umore cupo che li ha ispirati, un intenso modo, superbamente retrò ma altrettanto attuale di fare musica, che può insegnare ancora molto alle giovani leve di oggi. Il modo più giusto, semplice e rumoroso di concepire il rock alternativo. E per cui l'ascolto è consigliato. (Bob Stoner)

sabato 13 maggio 2017

Cowards - Still

#PER CHI AMA: Black/Hardcore
Ottima uscita per i Cowards che si confermano una delle realtà hardcore metal più oscure e affascinanti del panorama francese. Solo 19 minuti in questo EP per puntare ad un infuso al veleno che contiene sfuriate hardcore, sludge, schegge di black metal alla Deathspell Omega e sentori malatissimi di rabbia e ribellione, racchiusi in un contenitore di tecnica e composizione visionaria estrema. La voce è una sciabola che semina fendenti ovunque, mentre la musica, tra rasoiate ed energia nera, sostiene un concetto di hardcore evoluto e dal sottoscritto anche assai ben voluto con punte di noise e colori black che si sposano a puntino, una sorta di maestoso Breach e Cursed sound estremizzato e riadattato come in uso ai giorni nostri. I primi tre brani, "Still (Paris Most Nothing)", "Let Go" e "Like Us" volano distruttivi e feroci sulle ali della velocità e del rumore più piacevole per lasciare posto a due rivisitazioni in stile puramente Cowards. La prima "You Belong to Me" dovrebbe essere la rivisitazione di "Every Breath You Take" dei Police e se qualcuno riesce ad individuarne qualcosa batta un colpo. La seconda, "One Night Any City" vorrebbe essere "One Night in NYC" dei The Horrorist ed anche qui vi sfido a riconoscerla perché per me potrebbe essere tranquillamente un fuori onda dei Killing Joke epoca 'Democracy'. Comunque ottime interpretazioni entrambe che si sommano egregiamente all'intero lavoro, mantenendolo costante ed omogeneo nel drammatico suono e nel drastico, splendido concetto musicale del combo transalpino, che dopo il buon full length del 2015, 'Rise to Infamy', ci delizia con una nuova uscita targata Dooweet, uscita sul finire del 2016. Copertina poi dall'artwork fantastico, una costante per i Cowards... Spettacolare! (Bob Stoner)

(Dooweet - 2016)
Voto: 85

https://cowardsparis.bandcamp.com/