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domenica 8 maggio 2022

Strange Horizon - Beyond the Strange Horizon

#PER CHI AMA: Stoner/Doom, Saint Vitus
Gli Strange Horizon devono il loro moniker ad un brano dei Reverend Bizarre incluso nell'EP del 2003, 'Harbinger of Metal'. Questo riferimento vi deve sin da subito portare a riflettere quale genere possa offrire il trio norvegese di quest'oggi, che con 'Beyond the Strange Horizon', arriva al tanto agognato debutto. "Tower of Stone" apre le danze con un riffone doomish che ingloba nel suo sound anche una buona dose di stoner, psichedelia e proto-hard rock, che vi catapulterà indietro nel tempo di oltre 40 anni. Penso infatti a gente del calibro di Pentagram, Count Raven e ovviamente gli immancabili Black Sabbath. Certo, a differenza di quest'ultimi, la band di oggi prova ad azzardare un filo di più, inserendo sul classico robusto rifferama, anche una voce femminile. Più paranoica e originale, almeno da un punto di vista vocale, la successiva "Fake Templar", con un incedere lento e lisergico che chiama in causa i Saint Vitus, mentre uno straordinario assolo si mette in mostra a metà del brano, punto da cui ripartirà poi un riffone super fuzzato. Decisamente più ordinaria "The Final Vision", un pezzo che non aggiunge granchè al sound proposto, fatto salvo un bell'assolo bluesy nel finale. Attacco doomish per "Divine Fear", e al suo ampio spazio introduttivo concesso alle chitarre su cui si inseriranno le vocals di Qvillio, qui non particolarmente convincenti nelle parti più acute. Rullata di tamburi ed è tempo di "They Never Knew", un brano di cui ho apprezzato maggiormente il lavoro al basso di Lindesteg, con le parti strumentali che si confermano sempre di buon livello, anche se in certi casi risultano non troppo ispirate. È il caso della successiva "Chains of Society", song un po' troppo impastata e ancora un po' carente a livello vocale. Per sentire qualcosa di convincente, dobbiamo arrivare alla conclusiva "Death in Ice Valley": doom di scuola britannica per quello che è il pezzo più lungo del lavoro (oltre nove minuti), eteree voci femminili, ampi spazzi concessi al basso e un po' tutte le cose migliori degli Strange Horizon (assoli inclusi) che confluiscono in quest'ultimo brano che evidenzia pregi e difetti della band originaria di Bergen. Un ascolto è quanto meno dovuto se il doom rientra tra le vostre passioni. (Francesco Scarci)

giovedì 5 maggio 2022

Illa - The Body Keeps the Score

#PER CHI AMA: Metalcore/Groove Metal
È una bella ondata thrash metalcore quella che ci investe con "Regrets", traccia d'apertura dei danesi Illa e del loro EP, 'The Body Keeps the Score'. La band, originaria di Albertslund, deve il suo nome all'antico norreno e al significato di malattia della parola ILLA. I nostri ci prendono quindi a mazzate in faccia con un sound solido e compatto che miscela ai generi sopraccitati anche hardcore e groove metal, affrontando in queste quattro tracce il tema della malattia mentale. E cosi, nell'iniziale "Regrets" si parla di ansia, la corrosiva "True Self" tratta il superamento delle cose passate, la title track dello stress post traumatico, mentre la conclusiva e veemente "Wastelands", fronteggia il tema della depressione, tutti delicatissimi argomenti peraltro, che mai avrei pensato di affrontare con bordate di chitarra devastanti, growling vocals, e ritmiche dinamitarde, semmai con sonorità più intimistiche e malinconiche. Fatto sta che questa è la visione dei nostri e noi non possiamo far altro che dargli un ascolto. (Francesco Scarci)

ITDJ - De Mon Demon

#PER CHI AMA: Industrial/Rap
Fissiamo subito un punto di partenza qualora vogliate dare una opportunità a questo disco dell'act italico dei ITDJ (acronimo per Il Tipo Di Jesi, il progetto precedente di Tommaso Sampaolesi, una delle menti della band), ossia vi deve piacere l'hip hop e il rap alla Beastie Boys. Se siete dentro a queste sonorità, sarete in grado di apprezzare anche le successive mutevoli vesti dei nostri che vi porteranno nei pressi di EDM, industrial ed alternative. Se invece quelle sonorità indicate in precedenza non dovessero rientrare tra i vostri ascolti, beh lasciate perdere anche questa recensione. Si perchè 'De Mon Demon', e con l'opener "Spara a Zero" sancisce immediatamente l'utilizzo di un sound che all'interno del Pozzo dei Dannati stona parecchio, questo perchè le vocals (in italiano) del frontman sono puro rap, mentre il sound è costituito da sperimentazioni elettro trip hop. Per carità, il tutto è estremamente accattivante, i chorus ruffiani ("Lasciate parlare la musica, lasciate parlare me...") ti si stampano nel cervello e non ti mollano più. "Demone" continua su questa scia con un pezzo veloce, arricchito da una certa tribalità che si amalgama con l'electro sound che domina la ritmica in sottofondo. "Giù!" è più cupa quasi a meritarsi l'etichetta di dark rap, ma ancora fatica a convincermi, quasi quanto la successiva "Karma" che mi colpisce sicuramente per i testi, per i cambi di vocalizzi (auto-tune?), aspetti tuttavia più interessanti per palchi quali X-Factor o San Remo, non per il Pozzo e questo è più un monito per chi invia lavori inadatti ad essere recensiti (anche per scarsa conoscenza del genere) su queste pagine. Andiamo avanti e mi lascio sedurre dall'avanguardistica "Nella Stretta", finalmente un pezzo folle che mi colpisce per l'originalità dei suoi campionamenti, le voci stralunate del vocalist, e quei tappeti elettronici a creare atmosfere angoscianti, per un brano davvero figo. "Tutti Contro Tutti" miscela ancora rap, suoni tribali e sperimentazione elettronica, con il featuring alla voce di Matteo "Boso" Bosi. "Perdono Perdono Perdono" potrebbe evocare una Caterina Caselli d'annata, in realtà il pezzo ha un forte accento industriale che mostra un altro peculiare aspetto della band. A chiudere "Come ti Ricordi" prosegue con questo intrigante mix tra elettronica, rap ed industrial. La cosa buffa è che se avessero cantato in inglese o addirittura in tedesco, forse avrebbero spaccato di brutto, in italiano mi evocano una di quelle proposte che vuole mettersi in mostra a X-Factor. (Francesco Scarci)

(Peyote Vibes - 2022)
Voto: 65

https://soundcloud.com/itdjsonoio

Carpet Waves - Inner Weapons

#PER CHI AMA: Post Punk/Alternative
La Germania continua a sfornare una dietro l'altra interessantissime band post punk, con il filone emerso dal movimento punk degli anni settanta, sempre più in ascesa. I Carpet Waves sono un quartetto originario di Düsseldorf che ci presenta questo EP di cinque pezzi intitolato 'Inner Weapons', che richiama ovviamente quello che fu il rivoluzionario sound esploso in UK a fine anni '70. E cosi i nostri irrompono con la trascinante "Biography" (da cui è stato peraltro estratto anche un video), che suona post punk al 100%, per poi ammorbidire la propria proposta con la più malinconica "Aura", e quel suo piglio shoegaze (Slowdive docet) con le vocals del bravo Benjamin ad evocare inevitabilmente Robert Smith (The Cure). Questa seconda traccia mi convince decisamente più dell'incipit del disco, vuoi anche per quel suo vorticoso giro di chitarra, cosi intenso ed evocativo. "Shadows" è un po' più scarna musicalmente anche se nelle sue ritmiche ritrovo, oltre che al post punk, anche un che di indie e brit pop, ma non fatevi ingannare troppo perchè il finale sarà tutto in discesa con distorsioni di chitarra e parti atmosferiche davvero interessanti. "Narrow Dream Factory" ha un piglio decisamente più dreampop e per questo non rientra proprio tra le mie favorite, sebbene il finale, ancora una volta, avrà modo di stupirvi per il relativo inasprirsi della sua sezione ritmica. In chiusura, la lunga "Void Wilderness" ci riconsegna quell'aspetto più malinconico osservato in precedenza, abbinato però all'alternative sound degli americani Dredg dei tempi di 'Catch Without Arms'. Insomma quello dei Carpet Waves è un interessante comeback discografico che vi mostrerà come il panorama teutonico sia vivo e vegeto più che mai. (Francesco Scarci)

(Waveland Records - 2022)
Voto: 72

https://carpetwaves.bandcamp.com/

mercoledì 4 maggio 2022

Seether - Isolate and Medicate

#PER CHI AMA: Post Grunge
Da parecchi album a questa parte il songwriting di Shaun Morgan è emotivamente affidabile almeno quanto un vecchio e consunto plaid di flanella davanti a un camino pieno di ciocchi. La direzione rimane quella di un progressivo melodismo scandito da iconici e granitici riffoni grunge (gli attacchi, tra le altre, di "My Disaster" o "See You at the Bottom") ai quali si affianca un cantato consapevolmente in scala di grigi, alla Layne Staley (Alice in Chains - RIP) per intenderci. Ma lo show business è per sua natura sincretico e il falegname di Pretoria, istigato dal vecchio volpone Brendan O'Brien, fa del suo meglio per conformarsi. Ecco quindi il falsetto nella fast-ballad pop-punk "See Damn Life", i nu-lentoni "Crash" e "Save Today", il buffo bridge metalcore di "Suffer It All" e, sparsi qua e là, momenti giocosamente indie-pop ("Nobody Praying for Me", per esempio, o quell'irresistibile fotocopia pop di "Smells Like Teen Spirit" che è il singolo "Words as Weapon") sideralmente distanti dall'overdose di nichilismo che era il genere formerly-known-as-grunge. Eppure ascoltando questo disco potrebbe capitarvi di pensare che era esattamente quello che ci voleva, con questa nebbia. (Alberto Calorosi)

(The Bicycle Music Company - 2014)
Voto: 60

https://www.seether.com/

Einseinseins - Zwei

#PER CHI AMA: Post Punk/Kraut Rock
Prendete un contesto strettamente post punk/elettronico/new wave dotato di un fascino retrò, come può essere la musica della band californiana Nass//Zuruck, munitelo di un equipaggiamento da combattimento che varia tra il glam di stampo Bowie, epoca 'Yassassin', (magari nell'ottima versione reinterpretata nel lontano 1984 dai Litfiba), e ritmiche di basso e batteria al vetriolo, molto familiari ai New Model Army della prima era ('Vengeance'), alleggeritene la verve underground, aumentatene la parte progressiva, ed incollate ad una vena compositiva brillante ed efficace; forse in questo modo vi farete un'idea, anche se solo parziale, di quest'ottima band tedesca. Cosi ho trovato i berlinesi Einsenseins, annoverati tra le fila di progarchives tra riferimenti al krautrock e ai Vangelis, con cui mi trovo peraltro d'accordo, decisamente mi trovo di dissentire sugli Hawkind o i Can. A mio avviso l'accento new wave che compare in questo terzo album intitolato 'Zwei', aumenta una certa distanza nei confronti delle uscite precedenti, inanzitutto bisogna dire che è squisitamente orecchiabile fin dall'iniziale "Graf Zahl", che sembra evocare lo spettro del Bowie di "Heroes". Come seconda traccia, con un riff alla Placebo ed un'ossessiva voglia di vocals robotiche di casa "Galactica" dei Rockets, si presenta "Plastikliebe", bella e piena di fascino tecnologico vintage (compreso il suono dei vecchi modem per l'ingresso in rete). La formula più orecchiabile che supporta questo ottimo album è alquanto funzionale e presente in maniera continua su tutte le composizioni, e dona una continuità d'ascolto notevole per l'intero album. "Regit Etarak" s'insinua in quel labile confine che separa appunto le intuizioni di Vangelis e Kraftwerk e la synthwave/new wave, che agli inizi degli '80 portò molte band al successo, notevole quanto inaspettato il rimando ai The Cure del suo riff principale ed il finale ancorato nel post punk più duro. Ecco il momento del mio pezzo preferito, "Gasetagenheizung", con una splendida sezione ritmica ossessiva, pulsante e decisamente coinvolgente che potrebbe essere stata, proprio come detto prima, patrimonio dei New Model Army. Inoltre il brano è condito da rasoiate di chitarra in puro stile The Sound, con voci sparse qua e là provenienti da un lontano cosmo oscuro che riempiono di mistero e tenebrosità quest'ipnotica traccia. "Nachtigall" insieme a "Nur Fuchs" sono le due tracce più lunghe del trio berlinese. La prima più atmosferica e magnetica, basata sul suono dei synth e dotata di una certa vena più progressiva, la seconda, che risulta essere l'altra mia traccia preferita di questo disco, costruita con i suoni tipici dei primi New Order, quelli di "ICB", o tra le note stonate e malinconiche del capolavoro 'Always Now', dei Section 25. Tirando le somme, 'Zwei', è un gran bel disco, sicuramente con dei canoni stilistici preimpostati ma sempre e comunque, in tutte le sue parti, ben confezionato e carico di stile che eleva il trio tedesco ad uno standard creativo e qualitativo molto più alto se paragonato alle loro precedenti uscite. Un'opera assai interessante per un album composto con l'urgenza creativa di un tempo, note che devono uscire a tutti i costi ed essere ascoltate da qualcuno per forza. (Bob Stoner)

(Tonzonen Records - 2022)
Voto: 80

https://einseinseins.bandcamp.com/

Perdition Temple - Edict of the Antichrist Elect

#FOR FANS OF: Brutal Death
This album is a MONUMENT. Gene from Angelcorpse really delivers big time. I found no fault in this release. It's blackened death metal galore with riffs that just tear your eardrums apart. And wholly original, too! I liked how the production came out so well giving the whole release glory. Of course this is way underground metal and worthy of utmost praise! The tremolo picked guitars are top notch. All the music on here is totally innovative and essential when you make a remarkable album into what it truly is. These guys don't dick around in terms of the songwriting. They really made a unique release into what it is.

I liked this album only, their other release(s) I don't care much for. But that's alright, I still find them to be an interesting band. The energy is just so wicked and the aura is wholly in the evil realm. There is just nothing with flaw in it on here. They just built this up into a monument! Gene's riff writing reflects that of the Angelcorpse days. But I think this is a step up. At least for this project he started. It's amazing that this album has been out for 10 years and there's been no one that's reviewed it until now! I wanted to make a bold statement to metal fans that's why, and why they should check this out.

Everything is accordance to perfection. I cannot find any flaws with the riffs, the songwriting, the mixing and the originality as well as influences. It is just a sheer abomination to the eardrums. The riffs are probably the best thing on the album aside from the drums. These guys definitely knew what they were getting into in making this cast-iron iconic LP. No flaws, none. I like the fact that the tempos never seem to let up at all. They really hit home on everything here. I don't know why they choose to regress instead of progress. That would be not up to me or would be my choice but this remains to be one of the top releases in the metal department of the year (2010 - and reissued in 2021).

I cannot believe still that there's no one that bothered to cover this release. They really have it all here tempos fast and riff amazing rhythms without any sort of flaws. Heavy, brutal, fast, and the leads slayed. If you don't hear this band, then that's a disservice not only to the metal community and the band themselves. So please, check them out! They are a band that's highly underrated and one album that will probably be marked as your top ten releases of all time! The album isn't going anywhere except on your CD player or in your earbuds! Get ready for an explosion in your ears! (
Death8699)

Bloodstrike - In Death We Rot

#FOR FANS OF: Swedish Death Metal
You wouldn't think that the vocalist is female, especially since it's wholly gutteral. I like the sound of her though, she compliments the music well. The music I liked the most. The album itself isn't very fast, there are a lot of songs that aren't quick but they're still good. The guitar riffs are pretty awesome and original. A lot of them utilize ultimate power chords and tremolo picking. A lot of the guitar compliments the vocals soundly. The production isn't too raw for a debut. It's actually pretty clean. I liked it. There is some aura to this album too. It's quite dark and depressing. That was mainly their goal for the album I'm sure.

Not too interested in the lyrical concepts as much as I am the music. I think that the fact that the songs are at least 4 minutes or more in length. It makes a solid release. It just seems though as the songs progress there are some vocals that were a tad bit overdone. That doesn't mean that they're bad, just sometimes they're a little overpowering. And an echo that goes around the sound. That makes it to be more atmospheric. I think that they're sampling sounds here. That isn't wrong, they are incorporating depressing vocals to a dark guitar melodies. And the drums are filled with double kicked frenzies.

The main thing to keep in mind here is that since the vocals are female there's a limit or possibly one to get totally gutteral. However, I've heard brutal death metal acts with females that are vocalists. It just seems that there can be a built in bias when putting a female voice to death metal music. In some respects, this vocalist sounds a little like Alissa White-Gluz (Arch Enemy), but not entirely. The bands music is strictly death metal though, no essence of melodicism in store here. These guys want to stay underground. And it's good the album is 45 minutes in length because you get the feel that they're not going to cheap out on their listeners.

I bought this CD a while ago and I'm just getting around to forming an opinion about it. I like it, and I like the band. I would encourage death metal lovers to give it a try. The music is pretty original and invigorating. At times too very dark. That's the whole point: BRUTAL MUSIC! The tempos aren't the fastest, they're just groove laden and intriguing. I liked all of the songs. They all have something special about them. They're incorporation of unique music to the song's structures make it the most interesting. They definitely show their influences not just Alissa of Arch Enemy, but darker bands in the death metal genre.

You don't have to be like me and get the CD right away if you're not convinced. Spotify has this one on there, not their latest. If you hear the digital version and don't enjoy the album, you don't have to buy the CD. It's just that the first few listens to have me hooked on the aura of the music. If you want to show the band support, buy the CD! I'm sure that the band is progressing as musicians. They put together one hell of a good debut. The music and vocals are the most interesting to me. But that's just me, I like the guitars. They really kick ass and the vocals are an acquired taste. Own this album! (Death8699)

(Redefining Darkness Records - 2015)
Score: 74

https://bloodstrike.bandcamp.com/album/in-death-we-rot