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giovedì 12 settembre 2013

Noumeno - Trapped

#PER CHI AMA: Heavy metal strumentale
Tarda mattinata di una giornata semi-coperta, fresca quanto basta, pronta per ascoltare un po' di metal di qualsiasi tipo. Mi trovo tra le mani il cd dei romani Noumeno, guardo la copertina e penso “mica male questo terzo occhio minaccioso verde brillante”; metto il cd dentro il lettore e premo play. La prima traccia, "24", si apre con un bel riff di chitarra e un rullare di batteria (trovo qualche assonanza con gli Iron Maiden) dal ritmo sempre più serrato e furioso, ideale per i fanatici dell'headbanging, che passano da un semplice assolo ad una prova collettiva di brano strumentale, con risultati veramente buoni, se non eccelsi. "Jason Becker Tribute", come dice il titolo, è un tributo ad uno dei più famosi chitarristi heavy (Cacophony con Marty Friedman, David Lee Roth), bloccato dalla SLA, ma che perpetua nel comporre brani e sfornare cd. In questo brano la chitarra viene portata agli estremi: dal tempo veloce a quello più lento, passando per il mezzo: veramente notevole. "Panda Song" ha un ritmo veloce ma non troppo, trasuda malinconia e potenza, specialmente nell'assolo di batteria, ma per il resto rimane sull'allegro andante, senza essere invadente. In "Visionary Schizophrenia" i nostrani Noumeno si avvalgono della presenza del tastierista Vitalij Kuprij (ex Artension): si arriva a rasentare il ritmo furioso e cardiopalmico, senza esagerare. "Without Fear Without Pain" si apre con note molto dolci, proprio per lasciarci respirare dopo la furia del brano precedente: qui la chitarra diventa malinconica e la batteria le fa eco; dolce e tranquillo non significa però noioso o ripetitivo... difatti la peculiarità di questo album è che le canzoni non si ripetono mai. Comunque brano più sul versante prog rock che metal. "A Sense of Agony" invece parte subito spedito, veloce, cattivo ed energico: sebbene il ritmo cambi in continuazione, il risultato è sorprendente per la capacità di saltare da un accordo all'altro senza apparente fatica. "Mind Labyrinth" invece è più introversa, più cupa, ma fondamentalmente più agitata degli altri brani: si direbbe quasi il picco di massima di questo album. In "Anger in Vain" troviamo l'apporto di un altro grande shredder italiano, Francesco Fareri: il suo assolo risulta più un vortice che ti risucchia, facendoti perdere per un attimo tutto il resto attorno. Una gran bella sorpresa che arricchisce le già eccelse chitarre. Con "Psychotic Syndrome" l'album si chiude con un sound deciso, accattivante e veloce, portato all'estremo fino alla cessazione immediata: con esso finisce anche il cd. Una fine così, però, è incompleta: ci vorrebbe qualche strascico musicale, magari note di chitarra o tastiera, tanto per lasciare un'impronta più profonda anche nella chiusura. Danilo, Fabrizio, Emanuele ed Emiliano sono riusciti a trovare un punto d'incontro, creando brani frizzanti, energici e anche malinconici. Questo album lo vedrei bene come qualche colonna sonora di qualche videogame di corse. Di sicuro è una band da tenere d'occhio: mai prima d'ora mi era capitato di ascoltare un album totalmente strumentale, ma devo ammettere che hanno veramente un grande potenziale e una tecnica spettacolare. Al prossimo lavoro, allora! (Samantha Pigozzo)


(UK Division Records - 2010)
Voto: 75

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