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martedì 23 maggio 2023

Mesmur - Chthonic

#PER CHI AMA: Funeral Doom
Il funeral è già un genere piuttosto complicato da digerire. Se a suoni catacombali e voci cavernose aggiungiamo poi delle dissonanze abbastanza allucinate, potrete immaginare come l'approccio a simili sonorità possa risultare alquanto ostico. È il caso del nuovo album dei Mesmur, una realtà internazionale (U.S., Italia e Australia) che conosciamo assai bene qui sulle pagine del Pozzo, che torna con il quarto capitolo della loro discografia, 'Chthonic'. Il lavoro dura 48 minuti e consta di sole cinque tracce. Se considerate che il preludio e la coda fanno sette minuti, sarà facile intuire quanto possano durare le altre tre, circa 41 minuti di suoni estenuanti, di cui la sola "Passage", ne occupa 19. Quello che subito balza all'orecchio, è una proposta che si conferma abbastanza ancorata al passato, con un death doom che ammicca palesemente agli esordi dei My Dying Bride e dei primissimi Anathema, ma anche ai mostri sacri del funeral, quali Esoteric e Skepticism. Quello che mi spiace tuttavia constatare è una certa staticità a livello di suoni, che non preludono a nulla fuori dall'ordinario almeno nelle due tracce "Refraction" e "Petroglyph", forse eccessivamente ortodosse nel loro approcco al genere; e per questo intendo le classiche chitarre abissali, le atmosfere lente, lugubri, asfissianti e claustrofobiche, con i tipici vocalizzi growl di Chris G a condire il tutto. Quello che regala un tocco di fascino all'album rimangono però le partiture tastieristiche a cura di Jeremy L che, insieme a qualche breve galoppata black, ne movimentano l'ascolto, conferendo quel pizzico di dinamicità ad un disco che forse alla lunga rischierebbe di annoiare. E la già citata "Passage", con la sua durata davvero al limite dello sfibrante, giunge in supporto regalandoci fraseggi atmosferici che alterano il ritmo fin troppo cadenzato di 'Chthonic'. Per il resto, vorrei dirvi di andarvi a leggere le mie precedenti recensioni alla, il canovaccio musicale infatti di quest'album lo troverete piuttosto simile ai vecchi lavori, inclusa la presenza di viola e violoncello, qui a cura di Brianne Vieira, senza dimenticare poi gli organoni sublimi di Kostas Panagiotou (Pantheist, Landskap). Per il futuro mi aspetto però qualcosa di più, che sappia catalizzare maggiormente la mia attenzione. (Francesco Scarci)

(Aesthetic Death - 2023)
Voto: 70

https://mesmur.bandcamp.com/album/chthonic

Tragedy Begins - Where Evil Is

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Ambient
Viene dalla Grecia questa band formatasi addirittura nel 1988 (con il moniker Terror/ndr), che è stata per me motivo di una non semplice recensione. Da una parte un lavoro che è grezzo e vecchio stile in tutto, dalla musica alla produzione, e questo mi piace. Dall'altra un album che potrebbe essere in bilico tra il ridicolo ed una raccolta di cliché del genere. In ogni caso la musica è veramente oscura, un incrocio tra Darkthrone e Burzum del periodo black. Suoni comunque grezzi, qualcosa di simile ai loro conterranei Goatpenis. Alcune cose, come ho detto, sono veramente niente male, ed anche alcune tracce totalmente "synth-based" si ascoltano con piacere, ricordando anche in questo caso il buon caro Burzum dei momenti più ambient. In definitiva 'Where Evil Is' è un lavoro un filo scarso, o come dico spesso, solo per i fanatici.

lunedì 22 maggio 2023

Molekh - Ritus

#PER CHI AMA: Black/Death
I Molekh sono una nuova realtà irlandese nata però per metà da immigranti polacchi. Dopo un demo omonimo del 2018, avevo dato per dispersa la band che invece arriva con questo 'Ritus' al quanto mai agognato disco di debutto, che sembra contenere un mefitico black/death dissonante e malato. Questo è quello che capto immediatamente quando l'insanità musicale emerge prepotente dalle note infernali di "Yetzer Hara", una song ove coesistono le due anime vorticose dei Molekh, ensemble che ingloba tra le proprie fila membri di Dreams of the Drowned, Putrefaction e Thy Worshiper, che avevo particolarmente apprezzato nel loro album 'Klechdy'. Questo per dire che i nostri non sono proprio gli ultimi arrivati, il che si evince anche dalla ricerca musicale dei quattro musicisti nel combinare le dissonanze di due mostri sacri quali Deathspell Omega e Ævangelist, in un concentrato dinamitardo di suoni da maelstrom abissale. La band si conferma dotata di una capacità non indifferente di prenderci a pedate nel culo anche nella successiva "Cruor Innocentia" e nella terza "Possessionem", tracce in cui il black metal si combina, a livello ritmico, anche al thrash, sebbene la sensazione che rimanga alla fine sia quella del male ppuro che permea i solchi di questo lavoro. Di ben altra pasta la title track, che mostra un piglio più sperimentale avanguardistico anche nelle sporadiche partiture vocali pulite, che in taluni frangenti, avevamo potuto origliare nelle precedenti song. Il sound è comunque urticante, insano, malvagio, soprattutto quando i nostri decidono di pestare sull'acceleratore dal terzo minuto in poi. L'architettura compassata dei secondi iniziali sparisce del tutto per lasciare spazio ad un caos primigenio, dove i compromessi stanno a zero e ritorneranno soltanto nell'ultimo giro e mezzo d'orologio. L'evocativo feeling per il maligno si mantiene più che mai saldo anche in "Vocare Pulvere" e nella più abrasiva "Abyssus", ma d'altro canto, con un titolo del genere cosa potevamo aspettarci? Il gorgo infernale dei Molekh inghiottisce tutto quello che gli capita a tiro e la violenza claustrofobica perpetrata in questa e nell'ultima malvagia e velenosa "Incubus", non fanno che confermare le sensazioni che avevo avuto sin dall'inizio della mia discesa nella valle della Geenna dove il dio Moloch (da cui deriva il nome della band) fa sacrifici umani di bambini, che, dopo essere stati sgozzati, erano bruciati in olocausto in un fuoco tenuto costantemente acceso in suo onore. Spaventosa, quest'ultima citazione di Wikipedia, cosi come orrorifici troverete i suoni contenuti in questo 'Ritus'. (Francesco Scarci)

(Bent Window Records - 2023)
Voto: 72

https://molekh.bandcamp.com/album/ritus

Bewitched - Somewhere Beyond the Mist

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Heavy/Doom
I Bewitched sono una band cilena omonima di quella svedese, e questa volta è quest'ultima che sembra aver avuto poca fantasia nello scegliersi un nome, visto che questi cileni hanno una discografia che parte dal 1991. Saltando queste divagazioni, mi ritrovo a parlare di un lavoro che non mi è piaciuto. Una band che avrà anche avuto una progressione a livello tecnico/compositivo dal black metal degli esordi, dovuto soprattutto al radicale cambio di line-up, ma che in fondo propone una musica davvero noiosa. Prendete come punto di partenza i peggiori Candlemass (una grandissima band), che tra l'altro viene anche coverizzata su questo cd, aggiungete a caso chitarre con pesanti influenze heavy metal, parti doom, tastiere, voci femminili, arrangiamenti neo classici, un po' di tutto insomma e il risultato è la completa anonimia di questo album. Potrà piacere a chi ama atmosfere sognanti e pompose di un certo metal, ma sinceramente credo che anche in tal caso ci siano gruppi migliori.

(Conquistador Records - 2001)
Voto: 55

https://www.facebook.com/Bewitched.chile?fref=ts

Ashinoa - L'Or​é​e

#PER CHI AMA: Psych/Kraut Rock strumentale
Non ho ben capito la reale data di uscita di questa release dei francesi Ashinoa. Il sito bandcamp riporta infatti marzo 2022 come release date, mentre il flyer informativo in mio possesso, recita Maggio 2023. Mah, fatto sta che il quartetto di Lione ha rilasciato questo vinile per la Fuzz Club Records, cercando di coniugare le molteplici anime della band nei 12 brani inclusi in questo 'L'Orée', un disco fatto di suoni cinematico-elettronici, che mi ha fatto immediatamente balzare nella testa gli inglesi Archive (ascoltatevi l'iniziale "Vermillion" con quella sua chitarra southern per dirmi se anche voi non avete avuto la medesima sensazione). A differenza dei più blasonati colleghi di oltremanica però, i quattro galletti ci sorprendono con un approccio strumentale, ma quella valanga di campionamenti che si possono ascoltare lungo questo minimalistico percorso post industriale, suppliscono alla grande la malefica assenza di un vocalist. E cosi, si rivela meraviglioso farsi inglobare dalle sperimentazioni psych/kraut rock/trip hop dei nostri, manco ci trovassimo di fronte ad una versione strumentale dei Portishead fatti di acidi che decidono di lanciarsi in ritualistiche porzioni di "massive attackiana" memoria ("Koalibi"). Ci sono anche sonorità più fredde o tribali ("Space Cow", "Fuel of Sweet" e l'etnica "Disguised in Orbit"), spoken words interlocutorie ("Falling Forever"). Ma nelle note di questo lavoro, troverete ben altro: dall'elettronica orchestral-jazzistica della roboante (splendide le distorsioni chitarristiche a tal proposito) e psicotica "Feu de Joie", alla più cibernetico-pachidermica (per quei suoi suoni vicini al barrito di un elefante) "Yzmenet", che vi permetterano di apprezzare ulteriormente le alterazioni visionarie di questi pazzi Ashinoa, di cui non posso far altro che incentivarne l'ascolto. Esploratori coraggiosi. (Francesco Scarci)

(Fuzz Club Records - 2022)
Voto: 75

https://ashinoa.bandcamp.com/album/lor-e

mercoledì 17 maggio 2023

Necromass - Bhoma

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal
Secondo EP per i fiorentini Necromass che con questo lavoro approdarono alla Miscarriage Records di Genova (inizialmente chiamata Holocaust Records). 'Bhoma' rappresenta la svolta black metal della band, dopo un promo ('Connected Body Pentagram') ed un primo 7” ('His Eyes') ancora con influenze tipicamente death metal. 'Bhoma' si distingue dagli standard dell’epoca per una buona parte grafica ed una registrazione tagliente e agressiva, perfetta per uno stile come il loro. Sul vinile troviamo due brani (“Mysteria Mystica Zothyriana 666” e “Sodomatic Tallow Doll”), più intro e outro, che finiranno poi anche nel debut album uscito ad un anno di distanza su Unisound Records. Beh, che dire, brani ben suonati e con un feeling malsano e malato, e l’immagine della band che già li mostrava con borchie, chiodi e catene, l’età nera stava per cominciare. Un sette pollici di culto da avere in maniera assoluta.

(Miscarriage Records/Self - 1994/2018)
Voto: 75

https://necromass.bandcamp.com/album/bhoma

O.D.O. - Blinded By Hate

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Buon thrash metal per questa band veronese chiamata O.D.O. (Odio, Distruzione, Orrore). Incazzati, sporchi di quel sound che fa rimpiangere gli anni ’80. Buoni gli arrangiamenti che però lasciano trapelare il “marcio” insito in questo genere senza affidarsi a frivolezze tecniche che per i nostri sarebbero probabilmente fuorvianti. Una ritmica precisa ed un basso ben pompato, il tutto sostenuto da una batteria semplice ma efficace. Ecco gli ingredienti chiave di questo 'Blinded By Hate' a cui aggiungere una voce anch’essa abbastanza cattiva e originale, anche se un po’ di “screaming” in più non le avrebbe fatto male. I quattro pezzi qui contenuti sono mid-tempos, sostenuti e ben arrangiati che mostrano la fantasia di cui gli O.D.O. sono dotati, e di cui segnalerei il pregevole assolo nella seconda traccia, la title track. Poteva essere un buon biglietto da visita per questi ragazzi, peccato solo che dopo questo demo si siano sciolti.

martedì 16 maggio 2023

Cannibal Corpse - Kill

#FOR FANS OF: Brutal Death
Ferocious and unrelenting this is a MONUMENT of death metal and a boon to Cannibal Corpse's discography. Even though this is 15+ years old, it's still popular among my death metal choices when feeling I need brutal. The guitars are chunky and thick, just what the meat holder's in their cast iron brains in belting out amazing/metamorphosis style metal. I was surprised it took a while before I noticed more/less of this. So here now is it's justice! It's hit-or-miss when it comes to Corpse but they've managed to put out some good LP's following this one. Pat O'Brien is no longer with the band, but I still think they're making monstrous material.

Here, Corpsegrinder shows us again the diversity in his vocals from guttural to screaming. It was amazing his story in metal history. He was the guy who didn't want to do work in classes just sing in a band. Well, he found it and they found him a good replacement for Chris Barnes. Barnes should be edging retirement after some poor Six Feet Under releases while Corpsegrinder continues to belt it out! He does so quite unbelievably. And Corpse still has a long life left enter Eric Rutan on rhythm/lead guitars. Though the new one doesn't pack as much of a punch than this one does. Hard to surpass this release!

The production quality is quite good and that being said the music is justified in the guitars enter everything else. I must be a guitar player but it's not what I notice everything in a recording. The music on here is just devastating! They put together a lot of quality riffs that at times are hard to grasp probably because they're in B-flat tuning. I surmount that both guitarists Rob and Pat worked equally on designing sick riffs to this release. The good thing about this is that everything fit together nicely to some brutal death metal! Everything seemed to be great here and they as a band work well together plus I'm sure it's a big loss to lose Pat.

I bought this a while ago, just thought I'd write about it now since it's still getting air-time in my stereo. They don't seem to disappoint here, my favorite things about this one are the guitars and vocals. Their latest 'Violence Unimagined' is tight too but not as thick as the chunky guitar is here. Nor are the leads as good. This is one of my favorite Corpse releases aside from the early stuff ('Butchered At Birth' & 'Tomb of the Mutilated'). I'd have to say that 'Torture' and 'A Skeletal Domain' are my favorites as well. 'Kill' is among the many fine releases from and unrelenting and brutal group CANNIBAL CORPSE is! Check this out! (Death8699)


(Metal Blade Records/Daymare Recordings - 2006/2021)
Score: 80

https://www.facebook.com/cannibalcorpse

domenica 14 maggio 2023

Unohdus - Niin Turhaan T​ä​hdet Valaisivat Meitä

#PER CHI AMA: Depressive Black
Si tratta di un demo di soli due pezzi rilasciato peraltro in cassetta, questo 'Niin Turhaan T​ä​hdet Valaisivat Meitä' dei finlandesi Unohdus (che subodoro essere una one-man-band), di cui comunque poco o nulla ho trovato in rete. Fatto sta che mi limiterò a commentare la potenza espressiva di "Niin Turhaan T​ä​hdet Valaisivat Meitä" e della successiva "Pohjantuuli", per 10 minuti scarsi di musica che comunque sapranno, a modo loro conquistarvi, con non indifferenti doti persuasive. E penso a tal proposito, a quel violino saturnino che a metà della title track indugiare, con fare evocativamente deprimente, in uno squarcio di sublime malinconia post rock, per poi rituffarsi in un black metal intessuto di una fortissima matrice depressive. La linea black melodica permea anche la seconda song, dove le spettrali grim vocals del frontman si stagliano sulla ritmica mai troppo tirata dei nostri. Peccato lo strumento ad arco non ci delizi ancora con i suoi umori, avrebbe reso quest'opera prima degli Unohdus, semplicemente una piccola gemma incastonata in un mondo in totale stallo. (Francesco Scarci)