Interviews

Intervista con Skoll (Giugno 2016)



Skoll appeared from the mists of Nubilaria (North West of Italy) in 1994 e.v. with a different monicker, taking the actual name one year later.
Since the beginning the purpose was to create music strictly linked to the ideals of the Ancient European Pagan heritage and Heathen Believes, from the Celts to the Germanics, from the Longbards to the ancient Slavs, from the Ancient Italics to the Romans, Skoll took inspirations from almost all the Ancient European Cultures.
The Mist became the connecting plasma, the concept behind the releases, the source through which the songs came out through the years. In 2000 M (the bard) remained the only one into the project; canceled the live activity and started his own personal path releasing the following milestones with the help of talented guest musicians from the Underground.
In 2015 after 18 years without live gigs M (the bard) decided to take part at the prestigious Black Winter Festival together with Nokturnal Mortuum, Acherontas, Ad Hominem, Abhor and more. The live performance received very good reactions from the crowd and very positive comments from the press (“the best surprise from the entire festival” Rock Hard-Italy).



Photo Credit: Dawid Krosnia

Ciao M.,

benvenuto nel Pozzo dei Dannati. Quella degli Skoll è una storia che va indietro nel tempo di ben vent'anni: la fondazione della band risale, se non ricordo male, addirittura al 1995 (io comprai la demo di prima demo nel 1996), e in questo tempo avete prodotto solo 4 album, incluso l'ultimo 'Of Misty Fire We Are'; a un certo punto ho creduto anche che vi foste sciolti. Ci puoi dire che cosa è successo nell'arco di questo tempo? Cosa è accaduto in seno alla band (cambi line-up, pause)? E come mai sono uscite ben 3 compilation, che ogni volta lasciavano presagire un vostro scioglimento?


Ciao e grazie per lo spazio che ci dai e per le domande tutt’altro che banali.
Skoll nasce nel ’95 dalle ceneri dei Ragnarok (1994), abbiamo pubblicato il primo demo nel 1996 per problemi vari, poi abbiamo registrato e prodotto altri demo e lavori vari, ma con molta calma e lunghi spazi di silenzio tra una release e l’altra, cosa che a qualcuno (te compreso) aveva fatto pensare a uno o più scioglimenti.
Son successe tantissime cose in questi anni, cambi di line up, fino al 2000, anno in cui ho deciso di far diventare Skoll il mio progetto personale, poi assestamenti vari e ricerche di session fidati per le registrazioni seguenti.
Aggiungi poi gli studi personali sugli argomenti trattati e sulla resa musicale per ricreare determinate atmosfere e i tempi si dilatano ancora di più.
Tutto questo, assieme all’abbandono dell’ambito live ha permesso a Skoll di vivere molto più nell’ombra e in un ambito di nicchia, in cui volevo che il progetto rimanesse.
Per le cosiddette compilation, 'Through The Mists Of Time' era un'aggiunta di varie registrazioni a un unico brano registrato all’epoca per uno split mai realizzato, '11 Years Of Mist' è forse l’unico vero lavoro uscito con l’intento della compilation, perché celebrava gli 11 anni di attività del progetto, anche se si tratta del mini 'Warriors Of The Misty Fields' con l’aggiunta di varie bonus più datate e 'The Early Raw Days' è una raccolta di rehearsal e live mai pubblicati prima, una sorta di omaggio a chi ci segue da anni e a chi voleva conoscere le vere origini del progetto. Tutti e tre i lavori sono sold out, ma cercando nelle distro underground dovreste trovare ancora qualcosa.
In ogni caso non credevo che potessero dare adito a voci-idee di scioglimento e sinceramente non me ne sono assolutamente curato, ma spero qui di aver chiarito la cosa per tutti i lettori.



Photo Credit: Dawid Krosnia

Dopo quattro lustri ti puoi dire soddisfatto di quello che avete fatto?

Trovo che la cosa più soddisfacente che abbia fatto con Skoll, sia stato di creare la musica che volevo e avevo bisogno di creare in determinati momenti della mia vita, senza sottostare a nulla se non al mio impulso creativo artistico e ai miei interessi personali; quindi si, sono più che soddisfatto, anche perché ancora oggi, ogni tanto, riascolto le vecchie registrazioni e le trovo gradevoli nel farmi tornare in mente quei periodi.





È da poco uscito il vostro nuovo album, 'Of Misty Fire We Are', per l'etichetta coreana Fallen Angels Productions: come mai avete dovuto rivolgervi all'estremo oriente per veder prodotto il vostro nuovo disco? Non c'è il rischio che rimanga relegato in circuiti altamente underground? Io stesso, se non fossi stato contattato da te, mai avrei saputo della nuova uscita discografica? Non era meglio un'autoproduzione e poi una pubblicità attraverso bandcamp o altri siti social?

La Fallen Angels si è dimostrata interessatissima da subito alle nostre produzioni e si è subito proposta di stampare un album di Skoll, quando 'Of Misty Fire We Are' non era ancora nemmeno un abbozzo di riff.
Nel frattempo ha ristampato 'Grisera', facendoci capire che non scherzava. Abbiamo accettato la sua proposta e a disco finito non si è tirata indietro, pubblicando il lavoro in tempi record. A farlo in Europa avremmo aspettato probabilmente mesi.
Per il discorso che rischia di rimanere in un circuito altamente underground, mi interessa poco, sono nato (musicalmente) in un periodo in cui per trovare un album Black Metal dovevi sudare le famose sette camice, se riuscivi a trovare il suddetto album poi, proprio perché avevi fatto fatica a trovarlo, lo consumavi a forza di ascoltarlo. L’esatto contrario di oggi, in cui tutto è alla portata di tutti con un click; quindi avere la possibilità di ritornare, per motivi marginali, a una situazione del genere mi è andata più che bene.
Per l’autoproduzione non avrei avuto soldi, mentre tecnologie e social networks, così come i nuovi metodi di pubblicità di un prodotto audio sono per me poco più che comprensibili. Non sono un uomo tecnologico, tutt’altro e ritengo le produzioni “digitali” delle cose aberranti, sono “non produzioni”, un insieme di files che si possono cancellare e scaricare in un attimo, andando così a snaturare l’afflato artistico dell’opera.
Piuttosto che uscire in digitale preferirei tenermi i brani per me, facendoli ascoltare solo ad amici e conoscenti con cui mi piace condividere ciò che faccio.


Photo Credit: Dawid Krosnia
Sante parole M, ma cambiamo discorso altrimenti entrerei in mille polemiche contro il digitale. Mi puoi raccontare un po' di più del nuovo disco? Come sono nati i pezzi? Cosa ha influenzato la creazione di questo nuovo disco?

I brani, come per i lavori precedenti, sono nati tutti nella mia testa, riff dopo riff, brano dopo brano e testo dopo testo; ho influenzato la creazione del nuovo disco, come ho influenzato la creazione dei dischi precedenti seguendo il mio istinto, le mie passioni e le mie letture.
Le persone che hanno suonato con me hanno poi completato il tutto al momento della registrazione dei brani stessi, aggiungendo liberamente le loro parti allo scheletro da me composto, dando maggiore organicità ai brani e maggiori sfaccettature e caratteristiche, non finirò mai di ringraziarli.
Abbiamo lavorato molto sulla produzione, migliorandola molto, grazie soprattutto al contributo di Mayhem, che ha lavorato molto su programmi e sistemi di registrazione; ne è seguito che il processo di registrazione è stato nettamente superiore rispetto a 'Grisera'. 


Il lavoro mi sembra decisamente più fresco ed epico rispetto al precedente 'Grisera', forte anche di una produzione più pulita, mi sbaglio? Peraltro il songwriting appare francamente migliorato e tra l'altro in alcuni pezzi canti anche in italiano, come mai questa scelta? Non ho avuto modo di leggere i testi, mi puoi dire qualcosa delle tematiche contenute nel disco, vertono sempre su tematiche epico/storiche? 

Per il songwriting il discorso è diverso, se con 'Grisera' volevo creare un album monolitico e unitario, qui ho preferito lasciare libero sfogo alle varie anime che albergavano in me e in chi ha registrato i brani. Abbiamo così dato spazio all’epicità, ma anche alla velocità, ai momenti più mistici e riflessivi, ma anche a quelli di pura violenza e abbiamo anche sperimentato soluzioni non convenzionali, creando un approccio molto più vario e complesso che in precedenza.
Anche i testi risentono di questo approccio alla musica. Innanzi tutto quattro brani su sette sono in italiano, e i tre rimanenti son stati scritti uno da me e due da Merete Winther, una mia amica norvegese con cui ho avuto il piacere di collaborare. Le tematiche spaziano dal misticismo come per “Eternal Path”, “Misty Mountains” e “Into The Misty Forest I Go”, a temi storici come per “Teutoburgo”, alle rappresentazioni delle forze della Natura come per “La Tempesta Degli Elementi”, a antichi miti e leggende come per “Exercitus Antiquus” e “La Luna Del Lupo”.


Cosa pensi di questo periodo storico cosi particolare in cui il mondo sembra dover fronteggiare un pericoloso scontro tra civiltà e religioni?

Per il periodo storico in cui siamo, beh, sono generalmente deluso dalla razza umana, come specie non abbiamo imparato nulla dalla storia che ci ostiniamo a non studiare e continuiamo a distruggere la Natura che ci ha generati e ci sostenta e quindi noi stessi in un circolo folle che ci porterà all’autodistruzione e alla distruzione della Natura stessa per come la conosciamo.
Quindi non posso apprezzare il periodo in cui viviamo, se non per le comodità legate alla vita di tutti i giorni, che sono forse l’unico lato positivo del cosiddetto progresso tecnologico.
Per il discorso “scontro tra civiltà e religioni”, mah, non trovo che sia una grande novità, basta pensare alle crociate; e non trovo nemmeno che sia uno scontro tra civiltà e religioni.
Piuttosto uno scontro pilotato da abili burattinai senza scrupoli che, sfruttando questi cavalli di battaglia, traggono grandi profitti economici dalle guerre tra poveri (noi) e anzi le fomentano, esercitando il loro grande potere mondiale.



Photo Credit: Dawid Krosnia
Talvolta si tende ad associare con una certa superficialità, l'utilizzo della lingua italiana con l'appartenenza a una certa frangia politica estremista: questa cosa riguarda gli Skoll o prendete le distanze dal connubio musica/politica?

Skoll non ha mai avuto a che fare con la politica, ne ci avrà mai a che fare. Personalmente sono interessato al passato lontano e non alla storia recente e all’attualità politica. L’aspetto filosofico legato al progetto Skoll è legato alla riscoperta delle nostre antiche radici, le nostre origini precristiane e gli insegnamenti lasciati da quell’antico passato.
Non ho interesse in nessuna fazione politica (attuale o del passato) in particolare e non voglio certo banalizzare il progetto Skoll con argomenti così terreni e bassi, per quello c’è la vita di tutti i giorni, le sue delusioni e lo schifo che vediamo quotidianamente perpetrarsi nelle nostre istituzioni.
L’uso della lingua italiana è legato prettamente a due aspetti: uno preminentemente artistico, dato che quei testi sono stati scritti in italiano non volevo snaturarli traducendoli; e poi per distaccarmi dall’appellativo che mi è stato cucito addoso di “viking metal”, al quale ho sempre preferito quello di “pagan metal”, dato che non ho mai parlato di vikinghi nei miei testi.



Le song sono state scritte tra il 2014 e il 2015, potremmo già quasi considerarle datate: avete già altre idee che frullano in testa per un prossimo lavoro?

Il processo compositivo e realizzativo di 'Of Misty Fire We Are' mi ha assorbito molto, lasciandomi piuttosto provato.
Ho qualche riff che ho buttato giù, un demo acustico, ma nulla di definitivo.
Per ora ho solo delle idee che mi frullano saltuariamente in testa, ma nulla di concreto su cui mettermi al lavoro seriamente. Quindi mi dedicherò alla promozione di quest’album, aspettando che l’ispirazione torni a farsi sentire, come ho sempre fatto per i lavori precedenti.



Photo Credit: Dawid Krosni
Ci sarà mai la possibilità di vedervi dal vivo?

Abbiamo suonato a dicembre 2015 al Black Winter Festival vol. 8, dopo diciotto anni di assenza dai palchi, è stata un’esperienza molto particolare che ho vissuto in maniera molto personale e pesante. Però la cosa mi/ci è piaciuta e anche i commenti sono stati molto positivi e quindi non nego che si possa ripresentare una possibilità di fare un live. Al momento non abbiamo nulla di certo, ma stiamo vagliando delle proposte, non saranno date fiume, non ci sarà un tour o una sequenza di date, ma solo ed esclusivamente situazioni in cui mi ispirerà rappresentare un live di Skoll, magari qualche festival, vedremo, intanto vi invito quindi a tenere d’occhio la nostra pagina facebook.





Nel Pozzo dei Dannati siamo abituati a fare un'ultima domanda "standard": la famosa lista dei tre album, tre libri e 3 film da portare sull'isola deserta, mi daresti la tua?

Domanda curiosa e stimolante, ho spesso immaginato come potesse essere vivere su un’isola deserta. Personalmente credo che musica, lettura, film e come passare il tempo assumerebbero connotati decisamente diversi da quelli a cui siamo abituati, ma ci posso provare seguendo l’ispirazione del momento. 
Come album direi Bathory 'Blood Fire Death', 'Twilight Of The Gods' e 'Under The Sign Of The Black Mark' e se ci fosse la possibilità di portarne un quarto aggiungerei 'Hammerheart', perché, se non si fosse capito ritengo Bathory il gruppo-progetto migliore in assoluto; come libri direi 'La Via Del Wyrd' di Brian Bates, 'Storia Notturna' di Carlo Ginzburg e 'Edda' di Snorri, per poter essere ispirato a entrare in connessione con la Natura e le sue forze e dopo le letture lasciarmi ispirare da ciò che mi circonda; i tre film invece 'Il Signore degli Anelli (trilogia completa)', 'Guerre Stellari' (la vecchia trilogia) e 'Frankenstein Jr' dopo tutto sono su un’isola deserta, dovrò pur far passare il tempo e ogni tanto ridere di cose stupide e banali, no?


Per concludere, oltre a ringraziarti M per la chiacchierata, ti lascio le ultime righe a disposizione per i lettori del Pozzo dei Dannati.

Grazie a te per le domande, interessanti ben poste e piacevoli da rispondere e soprattutto per il supporto che ci dai e che dai all’Underground.
Per tutti i lettori interessati contattateci tramite 

Keep Alive Your Heathenfolk!




(Francesco Scarci per Il Pozzo dei Dannati)