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Live Report: Spit vol. 5 – The Secret + Whales And Aurora + Hierophant + The Circle Ends Here

@ Yourban MusicLab (Thiene, VI) – 23/02/2013




Dopo un'intensa intervista con Hierophant e The Secret ospitata amorevolmente nel loro van, mi accingo a partecipare allo Spit Vol. 5 organizzato dalla Gold Events e da Sido dei Fall Of Minerva (band post-hardcore delle provincia di Thiene). Il duro compito di aprire questa intensa serata viene affidato ai The Circle Ends Here, gruppo che avevo già adocchiato l'anno scorso in un'altra occasione, sempre in apertura ai The Secret. Questa band di Udine propone un post-metal dalle tinte post-hardcore, e regala uno show intenso, ricco di attitudine e musicalità. La gente purtroppo si lascia intimidire dal frontman che canta sottopalco o forse dai volumi allucinanti, pertanto si tiene a debita distanza. L'unica pecca della loro esibizione è stata la troppa luce che vanificava le eccellenti atmosfere evocate dal combo friulano. Sul palco salgono ora gli Hierophant, nota ed affermata band black/crust romagnola, il cui suono, sporco e graffiante, riempie la location, annientando ogni parvenza di calma su cui si era accasciato il pubblico dopo il live dei The Circle Ends Here. Il caos regna sovrano nella loro performance che si destreggia tra feedback e ritmi frenetici, con una rabbia e un'oscurità che si satura già dalle prime tracce proposte, trascinando il club nell'oblio più totale di ogni melodia e struttura armonica. Il culmine dell'oppressione sonora si ha con “10000 Vvinters” che marzialmente ci introduce verso la fine dello show, lasciando come ricordo una performance costante con un'ottima tenuta di palco e con tanti, tanti feedback (e mancava pure una chitarra in questa occasione). Il terzo gruppo sul palco dello Yourban sono i Whales And Aurora, la band post-metal gioca in casa e dopo un buon inizio molto più soft rispetto al loro classico repertorio chiudono la performance sottotono. L'ambiente gravoso ma contemporaneamente calmo ed etereo, che si è creato grazie alla prima canzone inedita e mantenuto dalla seconda composizione proposta, è stato purtroppo vanificato da una, a mio parere frettolosa, “A New Awareness” in chiusura. Uno show troppo pacato nonostante i vari supporters, ma per fortuna hanno svelato una nuova composizione molto promettente per il futuro. Mentre si libera lo stage dalla backline degli opener, un inquietante silenzio si stende all'interno della location e la gente comincia ad ammassarsi esponenzialmente davanti al palco e mi chiedo dove sia stato finora tutto quel pubblico. Le luci si abbassano ulteriormente e rimane solo una luciferina luce d'ambiente color cremisi finchè dal nulla si ode la voce narrante in lontananza che indica l'inizio dello show di questa parte di tour di “Agnus Dei”, la nuova release dei The Secret sotto Southern Lord Records. L'impatto è fatale: la gente è attonita davanti al muro sonoro diabolicamente evocato dal combo triestino, nessun principio di mosh, nessuna euforia, solo l'impreparazione d'innanzi alla bieca malvagità della musica della serata. Veloci, precisi e letali, i The Secret propongono una traccia dopo l'altra instancabilmente senza lasciar trapelare nemmeno un cenno di cedimento. Sul palco sono compatti, nessuna scena e nessun distrazione, se non la fermezza e la concentrazione più totale che si possa immaginare. Magari un pausa in più o qualche divagazione strumentale avrebbe aiutato a digerire meglio lo show, ma i nostri focalizzano il tutto sull'impatto, cercando di portare l'ascoltatore allo stremo e pure io ho mostrato segni di cedimento davanti a tutti quei blast beats, però in questi casi non bisogna cedere e recepire a pieno il messaggio della band. Una performance granitica ed intaccabile, fin troppo professionale oserei dire. Finito il tutto, la mia vecchiaia di spirito mi conduce a forza a salutare tutti e tornarmene sui miei passi. Alla fine è stata una bella serata, mi dispiace solo un po' per il pubblico troppo freddo ed incapace di reagire ai soavi riff black delle bands. (Kent)