Interviews

giovedì 29 agosto 2024

Midnight Odyssey - Closer to The Sky

#FOR FANS OF: Atmospheric Black
The Australian project Midnight Odyssey is, for sure, one of the most respected projects in the atmospheric black metal scene. Dis Pater’s solo project has a unique approach to the genre, achieving an admirable masterfulness when we talk about creating captivating atmospheres. The project was founded back in 2007 and since then, Midnight Odyssey has released a good number of albums, showing that Dis Pater has never run out of ideas. Apart from the strong atmospheric approach, another characteristic of this project, has been that the compositions, and as a result, the albums themselves, are very long. This aspect has delighted some of his fans, while other fans of the genre complained that some albums could sound more focused if the length of the tracks would be shorter. Although I personally prefer shorter albums, I can’t deny the fact that I have enjoyed vastly lengthy albums like 'Shards of Silver Fade', for example. In any case, when Dis Pater has reduced a bit the length and has gone straight to the point, the result has been absolutely phenomenal. 'Biolume Part 1- In Tartarean Chains' was a clear example of it. Don’t get me wrong, the songs continue to be long, and the album lasts an hour, but in contrast to other lengthier albums, that opus can more easily be enjoyed if you are not a die-hard fan.
 
Taking into account the issue of the length, I was very curious to check out Midnight Odyssey’s latest output, an EP entitled 'Closer to the Sky'. This new opus contains four tracks and lasts less than 35 minutes. I can safely say that any fan of the project will be exultant with the result. These four tracks contain all the characteristics that have made this project so loved. Each song has its own personality and specific details. The EP opener, "Souls Left Wandering", is the heaviest track of the EP. The composition sounds powerful as it combines some tempo changes in a masterful way. The keys play an important role as always, but they share the job with the guitars and the always present powerful vocals of Dis Pater. If someone is a newcomer to the project’s music, this piece would be a nice one to discover what it can offer. The solemn ambience, a characteristic of Midnight Odyssey, becomes even more magnificent in the following track, entitled "Lightning Fall". Just listen to the intro, and you will immediately feel mesmerized by the grandeur of Dis Pater’s talent with the keyboards. As majesty domains the full track, the pace is slower, but I can assure that you won’t get bored if you like this kind of music. "Closer to The Sky" is another beautiful composition which includes the already known clean vocals of Dis Pater, which I personally enjoy quite a lot. The work behind to create delicate and beautiful melodies is excellent as always. If I should complain about something, I would maybe mention that a heavier track would have been a good idea, based on the fact that the last track, entitled "Awakening", is a pure ambient one. If you want to achieve a perfect balance between the more aggressive compositions and the most atmospheric ones, it would have been a good idea to include a track with a more vivid pace.
 
All in all, and even taking into consideration this minor complaint, 'Closer to the Sky' is an excellent work by Midnight Odyssey. The achieved quality creating captivating atmospheres is top-notch again, and I am sure that it will please the fans of the genre. (Alain González Artola)
 
(I, Voidhanger - 2024)
Score: 85
 

Love Lies Bleeding - Ex Nihilo

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine   
#PER CHI AMA: Symph Black
Ex nihilo nihil fit... A parere dell’etichetta, il genere praticato dai francesi Love Lies Bleeding andrebbe catalogato come black metal sinfonico. Effettivamente, le tastiere disegnano in taluni, brevi passaggi, trame melodiche dal sapore classicheggiante, ma esse lasciano immediatamente il posto all’infuriare della batteria e alle sventagliate di chitarra, a cui il black metal ci ha abituati. E queste cacofonie finiscono col risultare stucchevoli. Qualcuno forse giudicherà i brani di 'Ex Nihilo' dei capolavori di oscurità. Tutto può essere e i gusti non si discutono. Rimane il fatto, che certi concetti musicali sono già stati espressi, anni fa, da Emperor e Limbonic Art. Chi desidera riassaporare quel genere di sonorità e di atmosfere, non sarà certo deluso dall'album dei Love Lies Bleeding.

The Pit Tips

Francesco Scarci

Axamenta - Spines
Dawn Treader - Bloom & Decay
Fleshgod Apocalypse - Opera

---
Death8699

Children of Bodom - Follow The Reaper
Dark Tranquillity - Endtime Signals
Draconian - A Rose For The Apocalypse

---
Alain González Artola

Ornamentos del Miedo - Escapando a Través de la Tierra
Dödsrit - Nocturnal Will
Lunar Spells - Sacraments of Necromantical Empires


Divercia - Modus Operandi

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine    
#PER CHI AMA: Melo Death
La Finlandia è da sempre una fucina di gruppi dotati di talento. Vogliamo citarne alcuni? Finntroll, Amorphis, Lost in Tears e Throes Of Dawn. A cui avremmo potuto aggiungere anche il sestetto dei Divercia (ex Lost In Twilight), se non si fossero sciolti prematuramente. Benissimo fece la Hammerheart a produrre 'Modus Operandi'. Album come questo, pur senza far gridare al miracolo, restituiscono fiducia nelle capacità di rigenerazione del metal. La via percorsa dalla band non è quella della sperimentazione, ed è plausibile ritenere che non rientrasse fra gli scopi dei Divercia quello di essere degli innovatori. Rimane il fatto che la buona musica, anche se non è innovativa, è pur sempre piacevole da ascoltare. E i nostri finlandesi riuscirono effettivamente a disegnare delle gradevoli trame melodiche. Non tutti, chiaramente, potranno gradire l’impostazione vocale di Jyri Aarniva, dalle tonalità marcatamente soft, fin troppo sommesse. È fuori di dubbio che un’interpretazione più energica avrebbe dato migliori risultati. Provate a pensare a una via di mezzo tra la timbrica pulita di Aaron (My Dying Bride) e Phred (Jack Frost), e avrete un’idea dello stile di Jyri. Francamente, sembra che canti in stato di trance ipnotica. Alla musica dei Divercia non fanno difetto né la melodia, merito delle tastiere, né la potenza. Pur raccomandandovi di saggiare preliminarmente l’album, sento di poterne consigliare l’ascolto.

(Hammerheart Records - 2002)
Voto: 72

https://www.metal-archives.com/bands/Divercia/2536

mercoledì 28 agosto 2024

Eventide - Waterline

#PER CHI AMA: Experimental Sounds
Gli Eventide sono una costola che si è staccata del gruppo francese degli Epitaphe, o come da loro stessa ammissione, un'evoluzione sonora verso altri lidi musicali, territori che con la band madre non potevano essere evidentemente raggiunti, visto il genere prog, doom, atmospheric black metal trattato. Qui siamo di fronte a una naturale svolta verso l'ambient, il drone, con aperture al dark/jazz e una palese attitudine compositiva che ama le lunghe distanze, come se i brani fossero piccole colonne sonore. Si toglie spazio al ritmo, le chitarre diventano eteree, lisergiche, in funzione della ricerca atmosferica, in un'esplorazione che si avvale anche dell'aspetto sperimentale del jazz, e del suono del sax, che si mette sempre in buona luce in contesti simili. I 15 minuti di "Eventide", si aprono con aria mistico/ipnotica di casa Brendan Perry, con un cantato ancestrale (che è peraltro l'unico presente nell'album), per diventare in seguito un omaggio alle soundtrack degli Ulver, e alle lunghe sperimentazioni e libere improvvisazioni d'insieme. Si muove come una lunga intro dal suono d'ambiente, misteriosa e intensa. Il brano successivo, la titletrack "Waterline", l'unica a esser stata registrata in studio (il resto è tutto live), spiazza un po' l'ascoltatore con il suo mood virato a certe forme, almeno nella sua prima parte, lounge/ambient/jazz (ma prendete con le pinze questa definizione), e un ingresso di batteria che ricorda alcune cose più orecchiabili, e a mio modesto parere discutibili, sempre degli ultimi Ulver. Un brano che non spinge in realtà così tanto verso la sperimentazione, e che non aggiunge molto al già sentito in questi ambienti, e che sembra altresì adagiato su standard usuali, anche se mostra una buona coda finale. L'arrivo di "Adrift", è la cosa più disattesa, per quello che fin qui la band di Grenoble ci aveva fatto sentire. Si tratta infatti di un pezzo breve, di circa due minuti e mezzo, che si sorregge su note pizzicate di piano e acquisisce, per certi aspetti ipnotici, atmosfere eteree di matrice celtica, create dall'arpa splendida di Alan Stivell, che lo renderanno alla fine magico e assai intrigante, simbolo di una piena e raggiunta maturità compositiva. L'opera si chiude con la lunghissima "Sphere", che parte tra rumori in sordina e un sax in sottofondo, che mi ricorda le cose fatte dai Londinesi Lowering (non gli omonimi newyorkesi) in una versione più noise e underground, affidati però a una veste più ansiogena, strumentale e minimale del Dale Cooper Quartet and the Dictaphones. In definitiva, 'Waterline' si configura come un bel disco, sicuramente di transizione, che apre a un nuovo futuro per questi musicisti, un evidente distacco totale dalle belle cose fatte in passato con gli Epitaphe. Un nuovo tassello che va ad ampliare ulteriormente il già prolifico roster del multi artistico collettivo Eptagon di Grenoble. (Bob Stoner)

Ophiolatry - Anti-Evangelistic Process

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine   
#PER CHI AMA: Brutal Death
Il primo album dei brasiliani Ophiolatry reca in copertina un’immagine blasfema. A essere oltraggiata, è una figura sacra ai seguaci della religione cristiana. Mai una volta che i nichilisti se la prendano con Maometto. Sarà perché gli islamici non porgono l’altra guancia. I sedicenti Übermenschen che infestano la scena metal preferiscono, evidentemente, accanirsi su chi non reagisce. Ma veniamo al contenuto musicale del cd di questo quartetto di San Paolo. Avete presente i Belphegor, vero? Ecco, il genere è quello, una sarabanda infernale (aggettivo quanto mai appropriato) con i brani che si susseguono rapidi, brutali, piallanti, travolgendo tutto quanto gli si pari davanti, con la loro furia, senza presentare variazioni significative. Tutto chiaro no?
 
(Evil Vengeance Records/Vale do Caos Records – 2002/2020)
Voto: 60
 

Bloodshed - Inhabitants of Dis

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Black/Death
Avevo espresso un giudizio positivo in merito al loro mcd 'Skullkrusher', e ora, in occasione dell’uscita di questo full length, torno a spendere parole di apprezzamento nei confronti della death metal band svedese. Sì, perché questo album ha almeno due pregi: pur essendo parecchio violento, non lo è in modo caotico; inoltre, nel suo insieme riesce a non essere tedioso, ciò grazie al fatto che i Bloodshed hanno saputo diversificare i brani, anziché sfornare un blocco monolitico. Le prime tre canzoni sono delle belle mazzate, veloci (anche nella durata) e spietate, poi, per fortuna, l’arpeggio di chitarra di "Release" restituisce un filo d’ossigeno all’ascoltatore stremato. Con "Dark Trace" la furia devastatrice riprende il sopravvento. "Kiss of Cruelty" è un brano potente e articolato, con indovinati cambi di velocità. "Blood Music" è un efficace mid-tempo che contribuisce a variare il menù. La strumentale "Deceit" lascia spazio alla cupa "City of Dis", introdotta da un riff granitico. Chiude degnamente l’album l’ottima "Psychosomatic Revelation". Accade di frequente di imbattersi in cd black brutali dal profilo musicale desolatamente piatto. Non è il caso di 'Inhabitants of Dis', un album che vi consiglio di non trascurare.

martedì 27 agosto 2024

Still Wave – A Broken Heart Makes an Inner Constellation

#PER CHI AMA: Shoegaze/Dark/Gothic
I romani Still Wave, sono una super band, formata da membri di Aetheris, Aborym, Rome in Monochrome e Blackosphere, che si presentano all'esordio con un album uscito sotto le ali protettive dell'etichetta italiana These Hands Melt. Il progetto nasce chiaramente con l'intento di partorire musica sulla scia di band cardine, come i Katatonia, e quindi con la tipica malinconia dilagante tra le tracce, lasciandosi tentare anche da vie decisamente più morbide e melodiche, cosa che a suo tempo, mise in luce ma anche in difficoltà artistica, band blasonate come i Paradise Lost. Unire doom, black metal e gothic, non è certo una novità, ma quando il cantato esce dal seminato e in parte, fa pensare ai primi Editors, presumo che un attimo di sconcerto sia d'obbligo. La cosa potrebbe anche spaventare al primo ascolto, ma in un album dove la ricerca della melodia è prioritaria, a un ascolto più approfondito, ci si accorge invece che la scelta stilistica in questione non è poi così fuori luogo e che la presenza dei pochi cantati violenti, non avrebbe fatto la differenza anche se fossero stati in numero maggiore. Certo, la voce di Valerio Graneri, che milita nei Rome in Monochrome, è caratterizzante e orbita attorno ai circuiti più darkwave/neofolk, e mostra una tonalità che si pone a metà strada tra Tom Smith epoca 'Munich', e uno stile personale che lo contraddistingue chiaramente, da ricercare a mio parere, nel cantato dei primi due album degli In the Woods, con un'interpretazione vocale sempre sopra le righe, raffinata e ricercata. La sua presenza fa roteare il suono della band attorno alle atmosfere della sua prima band d'appartenenza, anche se gli Still Wave ne ampliano la rosa di suoni e mostrano più varietà compositiva. Ad esempio in "Near Distant" (canzone simbolo del disco per il sottoscritto), la voce nella sua veste pulita si presenta in termini tanto squisiti, da renderla, nel ritornello, un brano praticamente perfetto, un pezzo che al quinto minuto circa, subisce un'amputazione netta da uno scream in chiave depressive black, che lo lacera senza via di uscita, per poi chiudere con un finale assai romantico e decadente. Ecco, il segreto di questo album sta tutto qui, nell'unione di suoni che fanno parte di certa new wave, dark e cold wave, con sonorità metalliche, buie e profonde, sempre pacate e controllate, a offrire uno spettro ampio di suoni che si rintana anche in ombre e colori grigi, ma che induce anche un senso di estrazione dalla realtà, come il ponte del brano 11, che mi ricorda in chiave più mediterranea, le splendide sonorità contenute in 'Damnation' degli Opeth. 'A Broken Heart Makes an Inner Constellation' è un album che opera in mezzo a un contesto musicale che si espande tra gli ultimi Katatonia e quell'idea di spostare il gothic/doom, verso sonorità più sofisticate e allo stesso tempo più accessibili, come fu 'Believe in Nothing' o 'Symbol of Life' per i Paradise Lost. L'ottima caratura dei musicisti rende l'opera matura, e la costruzione dei brani intensa e credibile, con riferimenti ad altri artisti ma sempre omogenea ed effettivamente personale. Una buona produzione li accompagna alla ricerca di un sound perennemente in equilibrio, con un lavoro egregio delle tastiere e delle calde chitarre che negli assoli, aumentano il contrasto con il suono profondo e cupo delle composizioni, sostenendo a dovere, l'ottica riflessiva e lo sguardo rivolto all'infinito, di una certa scuola post-black metal/shoegaze, alla Alcest per intenderci, che finisce per avvolgere l'intero disco. Un disco comunque, da assaporare lentamente e a fondo. (Bob Stoner)

Master - Saints Dispelled

http://www.secret-face.com/

#FOR FANS OF: Death Metal
Well, this was an immersion here because I didn't take note of this band until recently! I got this album as well as 'Vindictive Miscreant' (2018) and I didn't like it nearly as much as their latest! The vocals are all right, just if Paul got higher pitched, it would be annoying! They're a 3-piece, of which they originally began being based in Chicago and now in Uherské Hradiště, Zlín Region (Czech Republic). They've been pretty active with their current location emitting death/thrashing music on/off since their first origin (1983) more on than off since 1989, however. They've gone through many members since their first few recordings. However, they've done a great deed and conducted this album, and it was mixed/recorded at Studio Shaark.
 
I really like the riffs here, especially the structures of the songs and their originality, being composed just like they sufficed here to say "what a creative storm!".
 
Since I haven't the experience in the decades of Master's releases (full-length albums & compilation/best of disc). It seems as though they've managed to have quite an impact on extreme metal as it is! I know Mick Harris mentioned Master on Napalm Death's immonsterrible 'Live Corruption' 1990 release! Perhaps they're different from other extreme metal bands in the fact that they have a unique style & the vocals aren't full-throttle death metal, they're more raspy than anything else! Maybe a bit like the Michigan based band Plague Years (as an example).
 
There's much else to say about 'Saints Dispelled', mainly the better recording quality than the rest! I think that that's what's also to say here is if you listen to older LP's, you'll find a flaw in not the compositions, but the overall sound of each instrument! The bass and drums are well mixed on here, the guitars don't overpower the rest of the songs! Check out 'Saints Dispelled' if you want to hear a great release of fresh, invigorating metal in 2024! (Death8699)
 
(Hammerheart Records - 2024)
Score: 75
 

martedì 20 agosto 2024

Tunguska - A Truth of Fear

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Black Metal
Se ne uscivano dall’underground parmense per portare avanti la loro filosofia di temi alieni. Loro stessi giudicavano la loro musica "extreme alien metal" e dopo aver ascoltato il loro mini Cd, sono d’accordo su come la descrivono. Il tema portante è quindi quello extraterrestre e viene manifestato nel lavoro sia musicalmente, soprattutto a livello delle tastiere, che nelle liriche, molto interessanti, che inglobano anche temi archeologici e religiosi. In pratica, vi troverete di fronte a un black molto particolare riarrangiato secondo le loro passioni. Le cinque canzoni che costituiscono questo CD-R rilasciato in 202 copie, sono poi registrate discretamente bene e meritevoli di una vostra considerazione, se solo ne trovaste traccia sul web. Peccato poi che se ne siano perse le tracce negli anni a venire.

domenica 18 agosto 2024

Nightspell - Darkwoods Enchantment

#PER CHI AMA: Raw Black
Prendete questo disco (fortunatamente un EP), confrontatelo con un altro centinaio che propongono un genere similare e a livello di contenuti, noterete che non c'è nulla che possa differenziare tutte queste release. Insomma, la musica deve progredire, non può stare ancorata a vecchi stilemi del passato e 'Darkwoods Enchantment' degli ucraini Nightspell, finisce per inabissarsi in quel sempre più profondo calderone di band tutte identiche che non hanno un diavolo da dire. Si affidano alla classica chitarra zanzarosa, quella raw black norvegese, ci costruiscono attorno un sound glaciale, propinano uno screaming efferato e quattro brani che potrebbero stare in questo lavoro cosi come in mille altri. Ma quante volte mi avete ormai letto scrivere queste stesse cose? Troppe, rispondo io. In questo EP, oltre a trovare una proposta uscita fuori tempo massimo rispetto ai vecchi dischi black di metà anni '90, troverete ben poco altro, a meno che non siate maniacali collezionisti di release black metal inutili. Il corso di questo genere è stato compiuto, è tempo di andare avanti e smetterla di vivere di ricordi (ancora il face painting, ma siamo seri?), ormai sbiaditi. (Francesco Scarci)

giovedì 15 agosto 2024

Legion - Feelings Of Repulsion

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Death
I Legion erano una band milanese, formatasi nel 1998; hanno autoprodotto questo demo-CD dal titolo 'Feelings of Repulsion', composto da cinque tracce di death metal melodico, di influenza svedese. I quattro ragazzi italiani cercavano però di miscelare questo tipo di metal con qualcosa di più brutale e violento, di stampo americano, e infatti, è possibile ritrovare all’interno delle loro canzoni alcuni richiami al brutal death. Devo dire che le tre canzoni “effettive” del CD (le altre due sono un’intro e una bella strumentale in chiusura) hanno stili differenti tra loro, forse perché composte in momenti diversi: la prima, "Full of Hate", ha riff abbastanza melodici (anche se alcuni sono un po’ scontati). La seconda, "Obsession", è la più veloce e aggressiva, mentre la terza, "Generation’s Crime" è quella che più si avvicina alle produzioni statunitensi (e personalmente è quella che preferisco). Dal punto di vista tecnico i risultati sono molto buoni, sia nelle ritmiche più veloci che nelle parti soliste; mi è piaciuto anche l’uso della voce black, graffiante e sofferta, mentre il growl a volte risulta forzato. Della serie bene ma non benissimo.

lunedì 12 agosto 2024

Marduk - Infernal Eternal

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Black Metal
L’intro di questo secondo live dei Marduk è un frammento di brano di musica classica, ma potete stare certi che questa è l’unica concessione alla melodia presente in 'Infernal Eternal', che per il resto delle sue 18 tracce racchiude tutta la potenza e la cattiveria che i Marduk sanno tirare fuori nelle loro esibizioni live. La track-list spazia attraverso i primi sei album della band, ovviamente con un occhio di riguardo per l’ultimo album antecedente questo live, ossia 'Panzer Division Marduk'. I suoni sono ottimi, ogni strumento è facilmente distinguibile dagli altri e devo dire che sentire le canzoni di 'Dark Endless' con il sound dei più recenti Marduk, fa un piacevole effetto. La confezione comprende due CD, e oltre alle tracce sonore, include tre filmati con le versioni video di "Panzer Division Marduk" e "Burn My Coffin". Ultima ma importantissima nota per gli appassionati: nel booklet sono presenti i testi delle canzoni, compresi quelli di 'Dark Endless' e 'Panzer Division Marduk' (manca quello di 'Departure from the Mortals', chissà perché). Insomma, un’uscita veramente curata della band svedese, che può offrire addirittura piacevoli momenti di esaltazione (Legion che annuncia le canzoni è spettacolare), anche per chi non ha mai "frequentato" la band svedese.

(Blooddawn Productions - 2000/2023)
Voto: 75

https://www.facebook.com/Mardukofficial

sabato 10 agosto 2024

Profanation - Skull Crushing Violence

#PER CHI AMA: Death/Grind
Ecco a voi il side project dei transalpini Regarde Les Hommes Tomber in compagnia di Deströyer 666 e Venefixion che, forse annoiati delle loro forme estreme musicali, hanno pensato di mettersi insieme e far uscire un qualcosa di ancor più violento. Ecco presentati a lor signori e signore i Profanation e il loro debut EP 'Skull Crushing Violence', edito dalla Iron Bonehead Productions. E quando c'è di mezzo l'etichetta tedesca, state sicuri che davanti ci troveremo un concentrato dinamitardo di black/death/thrash. Eccomi infatti accontentato con sei pezzi a cui non mancano certo le capacità di prenderci a scarpate nel culo (e qui anche parecchio nelle palle), con una prepotenza e arroganza degna dei maledettissimi primi Napalm Death e i loro soci Terrorizer, che ci sparano appunto in faccia un suono brutale, caustico, devastante. Il tutto potrebbe evocare anche gli albori degli Entombed, quando ancora si chiamavano Nihilist, e quindi coniugare ai suoni grind death, anche un feroce e selvaggio hardcore minimalista che si srotola attraverso tonnellate di violenza gratuita di cui "Profanation" e "Global Terror" ne sono gli esempi più simbolici. "Modern Sickness" (cosi come l'oscura chiusura strumentale affidata alla title track) partono più mid-tempo, per poi orientarsi verso una parata di devastanti deflagrazioni estreme, che riescono a trovare un certo mordente grooveggiante laddove srotolano ottimi assoli che rendono il tutto più gradevole e orecchiabile, in stile 'Clandestine' degli Entombed. Insomma, un altro bel tuffo nel passato, a riscoprire suoni che andavano di moda sul finire degli anni '80, qui riletti in una chiave più al passo con i tempi.

giovedì 8 agosto 2024

Hyra - Words Spoken After

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine 
#PER CHI AMA: Dark/Progressive
Dalla Sicilia riscopriamo questa band che proponeva un rock/dark con venature metal/progressive. Avendo un buon background, i nostri realizzarono il loro debutto su etichetta con una sequenza di tracce molto incisive che hanno come filo conduttore lirico, la narrazione del disagio esistenziale presente in ogni età della nostra vita. Queste tematiche, tipiche del decadentismo, vengono riprese in chiave moderna e musicate secondo canoni espressivi che rendono molto bene l’idea di cosa voglia dire musica nevrotica. Partendo dall’opener "Without Light" e scorrendo songs tipo "Nutmeg" e "Do You Call?", si può apprezzare la bravura dei nostri nel fondere rock duro e inserti orchestrali alquanto malinconici con parti più psichedeliche. Buona resa ha l’unione della voce maschile, abbastanza arcigna, con la voce femminile, a cui è dedicata interamente la quarta traccia. Da notare poi l’uso della tastiera, a volte allucinata e quasi sempre tecnica. Non saprei a chi paragonare i nostri Hyra, poiché sono alquanto originali e imprevedibili per la loro poliedricità compositiva: un peccato solo non poterli più riascoltare (scioltisi dopo il demo del 2003).

martedì 6 agosto 2024

Nel Buio - S/t

#PER CHI AMA: Black/Darkwave
I Nel Buio sono una band italica, che vede tra le sue fila membri di Electrocution e Blasphemer. Un moniker di questo tipo mi fa pensare a sonorità dark e in effetti, la proposta omonima del terzetto nostrano, si muove nei meandri di un black dark, a tratti convincente. Dopo la breve intro strumentale intitolata "Lei è", esplode sinistra "Sola", tra ritmiche post black, malinconiche melodie e disperate growling vocals, a giustificare il motivo per cui un'etichetta come la Avantgarde Music, abbia puntato su di loro. Ed è presto detto, visto che l'offerta sonora dei nostri mostra una discreta personalità che vede anche oblique partiture chitarristiche, tra i punti di forza di questo lavoro. E cosi, i brani scivolano piacevolmente tra ariose parti atmosferiche che evocano la darkwave anni '80 e cavalcate black, come quella che irrompe nel prologo di 'Nel Buio.", selvaggia, melodica, ipnotica e sofferente, come poche. Mi piace quel feeling catartico che emanano i Nel Buio, quell'utilizzo spettrale delle tastiere, l'utilizzo ambivalente delle vocals, sia nella loro parte catarrosa che simil pulita, che emergerà forte anche nella conclusiva "Mi Avvelena". Robusta, maligna, caotica invece "In Silenzio...", un titolo che mi avrebbe fatto pensare a tutt'altro ma che invece va in direzione opposta, nella sua violenza, e che sulla stessa, vede piazzato un break di synth che assolve al compito di spiazzare completamente l'ascoltatore. Ora capisco cosa ci ha visto l'etichetta nostrana in questa eccellente band, uno strumento per contrastare l'ascesa del metal estremo d'oltre frontiera. Bravi. (Francesco Scarci)

domenica 4 agosto 2024

Unscarred - Ruthless

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Nell’underground italiano il thrash anni ’80 non ha mai voluto morire, e per fortuna, quindi preparatevi a scoprire quella che era una promettente band dedita a questo genere, attiva da ben 30 anni. Quattro sono le canzoni proposte e prodotte in casa su disco, con un particolare elogio all’ultima "I Burn", che esprime la giusta potenza offerta dal genere. Anche le altre song si collocano a un discreto livello, sebbene fosse chiaro che c'era ancora largo spazio al miglioramento. Con una proposta che emulava i Metallica degli esordi o più vicino a noi, i bresciani IN.SI.DIA, i nostri sembravano già sulla buona strada con 'Ruthless', prima di perdersi per un bel po' di anni. C'erano grandi aspettative per gli Unscarred, dal momento che chi li aveva visti suonare dal vivo come accadde al sottoscritto, aveva ravvisato grandi potenzialità. La band su metal archive risulta ancora attiva, chissà non ci possa deliziare in futuro con altro fresco materiale.

venerdì 2 agosto 2024

AxamentA - Spires

#PER CHI AMA: Symphonic Metal/Djent/Progressive
Era da un bel po' che non sentivo parlare dei belgi Axamenta. Avevo comprato il loro vecchio 'Ever-Arch-I-Tech-Ture' ma devo essere stato uno dei pochi a non averne apprezzato la sua musicalità. Tuttavia, la band si sciolse poco dopo, che avessi ragione che c'era qualcosa di ambiguo nel sound dei nostri? L'ensemble ritorna però con un nuovo EP, il qui presente 'Spires', dopo essersi riformati nel 2020. E la nuova proposta del sestetto belga è alle mie orecchie decisamente più attraente, più cinematica e più sinfonica. Non so se c'entri la loro collaborazione nella produzione di alcune produzioni di Hollywood, o che diavolo ne so io, ma la band ha rilasciato oggi un piccolo gioiellino di sette tracce, in cui io ci ho ritrovato influenze di Between the Buried and Me in chiave ancor più moderna e pomposa ("Act 2 - Pulpit" e l'ancor più strepitosa "Act 6 - Gallery"), cosi come derive di djentiana memoria, almeno a livello di ritmiche sincopate, grandi orchestrazioni, una pulizia del suono grandiosa, ottime melodie, e un'alternanza vocale tra growl e pulito, che vede il suo top quando a prevalere è soprattutto quest'ultima, complice l'ottima performance al microfono del chitarrista Ian van Gemeren (o di uno degli innumerevoli ospiti che partecipano a questo disco). Sono gradevoli anche i pezzi puramente strumentali, sebbene non ne sia un fan, ma scorrono via veloci e ficcanti nella loro progressione musicale. La quarta traccia, "Act 4 - Crypt", sembra strizzare l'occhiolino ai Tesseract, mentre "Act 5 - Sacristy", con quel suo approccio progressive, chiama in causa un ipotetico ibrido tra Katatonia e Porcupine Trees, per un risultato davvero convincente e che trova un altro pezzone nella conclusiva e sinfonica "Act 7 - Spires". Non sono più quella band che non mi aveva preso nel lontano 2006, gli AxamentA di oggi sono un collettivo moderno, audace, molto interessante, di cui spero potremo avere notizie di un full length al più presto. Bravi, avete riconquistato la mia fiducia. (Francesco Scarci)

Disharmonic - Infernal Messengers

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine  
#PER CHI AMA: Raw Black
Bene, questo è il tipico demo-cd che su qualsiasi magazine nazionale o web-zine di fighetti, sarebbe stato completamente stroncato con corollario di invettive varie contro questo genere di gruppi che abbassano il livello medio della scena e blablabla. Bene dico io, perché i Disharmonic mi hanno fatto godere un casino con la loro sporchissima proposta musicale. La confezione mi aveva fatto pensare a un duo di emuli dei poveri Darkthrone, ormai plagiati da cani e porci, e invece, dopo un intro stile Mortuary Drape, parte un vituperante zanzarone (la chitarra). Poi è il turno della batteria che attacca veloce (sebbene nel prosieguo, il nostro percussionista dimostrerà di non starci sempre dentro coi tempi). Infine, una voce iper-riverberata e demoniaca si produce in continui insulti al senso del pudore. E grandi Disharmonic, che riprendono un pezzo (già usato dagli Order From Chaos in 'Plateau of Invicibility') che mi pare di aver già sentito nella colonna sonora di un film di Conan il Barbaro e lo infarciscono di rumori strani, in linea con il loro assoluto menefreghismo sonoro. Un termine di paragone potrebbe essere il 7" EP 'Unholy Death' dei grandi Nifelheim (contenente vecchio materiale); se vi fosse piaciuto, questa band allora potrebbe fare davvero al caso vostro. Blackeggianti riffs thrash con una registrazione indegna e un approccio molto simile a quello di 'Servants of Darkness', dei già citati svedesi quando erano agli albori della carriera. In verità, non ho potuto non ricordare anche certe cose dei primi Eternal Funeral (per i pochi eletti che li conoscono), soprattutto per l’indebellabile chitarra-zanzarone. Curiosi gli strani intermezzi che infarciscono le cinque tracce (più intro e outro) di questo 'Infernal Messengers', tra cui segnalo la title-track e "Devoured by Hate". Fossi in voi, se avete capito il genere, darei sicuramente un ascolto a questi Disharmonic.
 
(Self - 2001)
Voto: 70