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martedì 24 agosto 2021

Last Legacy - In Human Condition

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash Metal
Chissà se in giro si trovano ancora patiti della musica thrash, che possano dare un po' di gioia a chi, come me, è cresciuto ascoltando Metallica, Slayer, Testament, Over Kill ed Exodus. Sono passati oltre una trentina d'anni da allora e in giro si trovano sempre meno spesso nuove leve in grado di rifare il verso ai maestri d'oltreoceano e raramente band capaci di sfornare musica, degna di catapultare un gruppo di giovani, nell'olimpo del metal internazionale (cose che accadevano solo negli anni '80). I veronesi Last Legacy, nati nel 2005 per volere di Enrico (ex-vocalist non più presente in line-up) e Marco, ci hanno provato a rinverdire i fasti del genere, nonostante una proposta ancora acerba, ma comunque con le idee già abbastanza chiare: riprendere il vecchio sound della Bay Area e svecchiarlo, modernizzandolo con sonorità più attuali. Compito assai proibitivo, mi viene da pensare, tuttavia il quintetto veneto, autore già di un demo, uscito nel 2006, rilasciano nell'autunno del 2007 questo professionale lavoro di quattro pezzi (più intro) caratterizzato da sonorità thrash old school, rilette appunto in chiave moderna. Il risultato non ha del miracoloso, però 'In Human Condition', pur preservando un appeal molto retrò, riesce a conquistarmi dopo svariati ascolti. Le tracce aggrediscono l'ascoltatore da subito con “For Hate Sake”, grazie al suo riffing serrato e ai suoi melodici assoli; la voce di Simone è cattiva, ma mai sopra le linee (in “Reborn” ricorda anche il buon James Hetfield), la ritmica è bella tosta (eccellente la prova di Jacopo dietro le pelli), cosi come onesta è la prova dei due axemen (notevole nella già citata “Reborn”, la migliore traccia dell'EP). Niente di originale, è bene sottolinearlo, ma la genuinità del combo della Valpolicella è da premiare. Musica diretta e incazzata, ideale per serate di pogo sfrenato in compagnia degli amici! Peccato solo che dal 2007 ad oggi, i nostri si siano persi per strada. (Francesco Scarci)