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venerdì 8 maggio 2020

Windfall - Spiritual Famine

#PER CHI AMA: Black Old School, primi Dimmu Borgir
Buenos Aires l'abbiamo confermato da poco non è solo centro dove si balla il tango, ma inizia ad essere centro fiorente di black metal. La band di oggi addiritura viene da lontano visto che la sua nascita è da annoverare addirittura nel 1994, sebbene una pausa in mezzo di ben 20 anni. La band si è riformata infatti nel 2017 preparandosi nei successivi due anni al rilascio di questo 'Spiritual Famine'. Il disco si muove dalle parti di un black mid-tempo, questo si evince almeno dalle melodie sinistre della title track che apre il disco con fare lento e decadente, ma di sicuro impatto grazie ad un angosciante arpeggio che ci diletta nella sua più pura semplicità per tutto il pezzo, mentre in sottofondo la chitarra ritmica traccia un riffing morboso di vecchia scuola burzumiana e la voce gracchiante di Amend (che abbiamo già incontrato negli Hermon) si fa capire nel suo screaming mai troppo eccessivo. Il primo episodio scivola cosi, tra ombrose parti ritmate e accelerazioni più urticanti, comunque avvolte da un'aura melodica affascinante. Non cambiano certo le cose con la successiva "Tongues Burnt by the Truth" che prosegue nella riproposizione di vecchie dottrine black degli anni '90 che ci riportano al fiorire della scena in Norvegia, vera e unica fonte di ispirazione per il quartetto argentino. Il riffing zanzaroso di allora infatti rieccheggia anche oggi nella vastità della pampa sudamericana, con un'alternanza tra accelerazioni e rallentamenti, corredati in sottofondo da appena percettibili tastiere che conferiscono un tocco diabolico alla proposta dei nostri. Ben più ritmata invece "Salt Covered Wounds" che gioca invece con gli esordi dei Dimmu Borgir, quelli ancora dell'EP 'Inn I Evighetens Mørke'. Nulla di nuovo quindi sotto il sole cocente del sud, se non tributare un amore mai svanito per quelle sonorità con cui tutti i veterani del black metal sono cresciuti. Mi spiace quindi non potervi dire che 'Spiritual Famine' abbia in serbo per voi quali sorprese. "Circles Within Circles", la più ferale (ma anche più classicheggiante a livello solistico) "Signs Unveiled by the Light of the Sun and the Moon" e via via tutte le altre song qui incluse, sono solo un bel modo per riassaporare quei tempi andati in cui il black norvegese guidava il mondo dell'estremismo sonoro. (Francesco Scarci)

(Sons of Hell Prod. - 2019)
Voto: 66

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