Interviews

venerdì 10 aprile 2020

Golden Ashes - The Golden Path of Death Acceptance

#PER CHI AMA: Black Sperimentale
Credo che Maurice de Jong sia membro/leader grosso modo di una ventina di band (tra le quali vi ricordo Gnaw Their Tongues, Cloak of Altering e De Magia Veterum) ed ex di un'altra buona decina. Giusto per non stare con le mani in mano, eccolo tornare con un nuovo progetto, i Golden Ashes, per cui il factotum olandese ha già rilasciato lo scorso anno il debut 'Gold Are the Ashes of the Restorer'. Visto che la vena ispiratrice del musicista non si è ancora assopita e parrebbe che un nuovo album sia in uscita in questo 2020, ecco che Maurice ha pensato bene di deliziarci con un piccolo antipasto in cassetta, 'The Golden Path of Death Acceptance'. Un EP di quattro pezzi che si apre con l'ambient dronico-desolante della title track, che lascia ben presto posto a "The Light's Rebirth Unfolding", in cui emerge l'attitudine terrostico-sonora del mastermind di Smallingerland. Le ritmiche sono infatti furiose e sulla belligerante matrice musicale black, si inerpica lo screaming ferale dell'artista originario del Suriname e di supporto, anche una serie di atmosfere davvero interessanti che ne minimizzano la ferocia, arrivando il sottoscritto, quasi a fischiettare il motivetto di sottofondo. Incredibile. "The Golden Path" è un altro assalto all'arma bianca, tra dirompenti sciabolate estremiste e spaventose vocals, in un calderone sonoro che ha un suo fascino evocativo. Si arriva velocemente a "To Travel Unknown Spiritual Winds", la song più cupa del lotto ma anche quella apparentemente più controllata grazie ad una ritmica decisamente meno frenetica, un'effettistica più ingombrante e i soliti aspri vocalizzi del buon Maurice a condurre i giochi. Insomma, dopo aver rilasciato un centinaio di release con le sue molteplici creature, Maurice conferma ancora una volta di essere dotato di una sofisticata ed estrema vena creativa. (Francesco Scarci)