Interviews

venerdì 14 febbraio 2020

Inhibitions – With The Fullmoon Above My Head

#PER CHI AMA: Swedish Black, Dark Funeral, Dissection
Bollati dal sottoscritto in occasione del precedente lavoro come ancora impantanati nelle sabbie mobili del symph black di metà anni '90, i greci Inhibitions tornano con questo 'With The Fullmoon Above My Head', terzo capitolo della loro discografia. Le cose sembrano essere mutate in seno al duo ateniese, non mi è ancora chiaro però se in meglio o piuttosto in peggio. Facciamo subito chiarezza dicendo che se 'La Danse Macabre' era venato di influenze riconducibili a Emperor o primi Dimmu Borgir, 'With The Fullmoon Above My Head' sembra volersi far largo a colpi di black metal old school. Ecco, la domanda per il sorroscritto sorge spontanea: che necessità c'è di voler suonare black rimanendo ancora cosi ancorati ai dogmi di un genere ormai prossimo al pensionamento? Mi duole dirlo ma in questa terza release riesco a salvare davvero ben poco della proposta del combo greco. Francamente, la serie di schegge impazzite rilasciate dal duo formato da Pain e Dimon's Night non mi dice nulla di nuovo. È una sassaiola di riff di scuola svedese lanciati a tutta velocità, senza peraltro offrire melodie degne di note o qualcosa di comunque estremo ma originale. Mi spiace sempre segare un album, perchè so perfettamente il lavoro che vi sta dietro, e l'investimento che la band prima e l'etichetta poi, fanno. Dannazione però, in un periodo in cui chiunque può pubblicare musica dal proprio sottoscala e in cui la competizione è pertanto cosi elevata, non trovo il senso di un disco del genere in cui, a parte qualche epica schitarrata qua e là (le mie song preferite sono "When the Hope is Gone", la mid-tempo "Voices Inside" con quei suoi chiari riferimenti al tremolo picking dei Dissection e quel break acustico centrale e le più atmosferiche e sinfoniche sonorità della title track e di "Phenomenon", ove a mettersi in luce è il chorus che dà il titolo alla song), rimane ampiamente sotto la soglia della sufficienza, costringendomi ad un'altra sonora bocciatura. Dico sempre che c'è da lavorare anche nelle release più positive, qui c'è da raddoppiare gli sforzi per non rimanere insabbiati nelle viscere dell'anonimato più profondo. (Francesco Scarci)