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domenica 26 gennaio 2020

Ritual Carnage - I, Infidel

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash/Death, Exodus, Slayer
Dalla terra del “Sol Levante” (ma con qualche contaminazione americana) ecco i Ritual Carnage, riesumati con il loro quarto e ultimo album (non si sa poi che fine abbiano fatto) partorito per la Osmose Prod. nel 2005. 'I, Infidel' è un 35 minuti di assalti frontali thrash/death di chiara matrice americana, stile Bay Area. C’è da dire subito che se questo lavoro fosse uscito sul finire degli anni ’80, avrebbe ricevuto larghi consensi, mentre vent'anni dopo, il sound proposto dai nostri, sembra abbastanza anacronistico. Dodici brani, per una durata media di tre minuti ciascuno, caratterizzati da una struttura quanto mai scontata: cavalcata thrash, coro, bridge, il classico tagliente assolo dei due chitarristi in pieno stile Exodus/Slayer e infine la chiusura con la ripresa della strofa iniziale. Cosa volete che vi dica di più, gli elementi tipici del genere ci sono tutti e costanti in ogni traccia. Posso solo aggiungere che i nostri sono abili nel maneggiare i loro strumenti, la produzione è buona, però ciò che più conta è che non siamo più nel 1987 quando usciva 'The Legacy' dei Testament. Da rivedere poi la voce, fastidiosa e castrata nelle sue tonalità più basse. I testi si occupano di problematiche sociali: guerra, religione e le altre piaghe che colpiscono il nostro pianeta; in “Room 101” ritroviamo anche riferimenti letterari a “1984” di George Orwell e altri richiami ad Edgar Allan Poe. Insomma, se ci fossero state, oltre alla perizia tecnica, anche le idee, forse non appiopperei a questi quattro ragazzi giapponesi (e all’americano di turno) questa stroncatura. (Francesco Scarci)