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giovedì 26 luglio 2018

Gates of Doom - Forvm IVLII

#PER CHI AMA: Melo Death, Norther, Omnium Gatherum
Dal Friuli Venezia Giulia ecco arrivare i Gates of Doom, fautori di quello che essi stessi amano definire come "furlan epic death metal". Detto che tale definizione mi fa alquanto sorridere, posso affermare semplicemente che il quartetto italico, con questo loro secondo EP intitolato 'Forvm IVLII', è fautore di un melo death di deriva finlandese. Tre i pezzi a disposizione della compagine di Udine, due dei quali peraltro già presenti nel vecchio EP omonimo, ma qui riarrangiati. Le danze vengono aperte dalla title track, epica nel suo breve epilogo che lascerà da li a poco il posto al sound heavy melodico dell'act friulano. La traccia scivola via piacevolmente tra riff classici e vocals rabbiose che evocano a random, un che dei Norther, degli Omnium Gatherum, o ancora dei Kalmah o dei Children of Bodom. L'EP è un concept basato sulla fondazione della loro regione, il Friuli appunto, e le loro origini legate alle popolazioni celtiche che abitavano questi luoghi (immagino si riferiscano ai Carni) e la successiva conquista romana. La song è comunque interessante, tra fughe melodiche, arrangiamenti dotate di una leggera vena orchestrale, qualche stop'n go, il tutto pervaso poi da un leggero senso folklorico. Più tradizionale e diretta invece, la seconda "Vnder the Grey Movntains", una traccia di death metal melodico di oltre otto minuti, in cui si contrappongo le due componenti vocali di Stefano Declich, una growl e l'altra scream, e che mette in mostra le qualità della band sia nelle parti più lente e atmosferiche, che in quelle più tecniche soprattutto quando il lead guitar mette a segno un bell'assolo a metà pezzo o quando gli axemen si lanciano in scorribande ritmiche al limite del post black nel finale. La pecca maggiore è a mio avviso di proporre una song cosi lunga in un ambito dove si dovrebbe privilegiare un più immediato impatto musicale. A parte questo cavillo, la band si fa apprezzare anche nell'ultima arrembante "Limes", gli ultimi quattro minuti di veemenza sparati in faccia dai Gates of Doom, che trovano modo di offrire anche un coro dal vago richiamo viking. Nota conclusiva per il suggestivo artwork a cura del pittore e mosaicista Giullio Candussio. La strada è quella giusta, sarebbe ottimale riuscire ad essere un po' più personali e originali. (Francesco Scarci)