Interviews

giovedì 1 febbraio 2018

Starset - Vessels

#PER CHI AMA: Alternative Rock, Linkin' Park
Una specie di concept prescolare sul concetto euclideo di distanza, comicamente intriso di moccia-romanticismi in pseudocodice para/fanta/nerd/scientifico stile Big Bang Theory (a caso: "I was scanning through the skies / and missed the static in your eyes"). Nel secondo audiomessaggio canterino diffuso dai remuneratissimi emissari al soldo della Starset society, troverete un pop-metal teenage-mutant-telescopico e ultrapatinato ma visibilmente e alchemicamente assemblato in laboratorio. Esattamente ciò che vi aspettate: Thirty Seconds to Mars, Linkin' Park, Muse, persino Blackfield quando va bene, anzi, quando va molto bene. Procuratevi dell'elettronica di consumo, dello pseudofunky, sì, come va oggi, ma non troppo, di tanto in tanto piazzateci qualche impennata fatalmente e solennemente EDM ("Into the Unknown"), abbondate col basso grattugioso, aggiungete una bustina di luccicanti jeanmicheljarrettate e dilettatevi a mescolare. Uh, non dimenticate periodiche scleratine di growl quaquaraquà spaventacriceti ("Frequency"), non più di due o tre mellow-rappettini arembì ("Gravity of You") e, là dove non osano le ugole, ficcateci dentro due mastelle abbondanti di autotuning. Dopodiché pigliate questa ridicola padellata sonora di oltre settanta minuti e linkinparcheggiatela fuori dal vostro cervello una volta per tutte. (Alberto Calorosi)

(Razor & Tie - 2017)
Voto: 50

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