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domenica 15 gennaio 2017

Lilium Sova – Lost Between Mounts and Dales / Set Adrift in the Flood of People

#PER CHI AMA: Mathcore/Noise, Zu
Quando parlai di 'Epic Morning', eccellente esordio dei ginervini Lilium Sova datato ormai 2012, mi ero interrogato sul futuro della band, allorché all’indomani dell’uscita del disco, la formazione che l’aveva registrato, già non esisteva più. Ad abbandonare la nave era stato un elemento fondamentale quale Michael Brocard (sax e tastiere), lasciando la granitica sezione ritmica composta da Cyril Chal (basso) e Timothée Cervi (batteria) a dover reinventare da zero un suono che faceva gran conto sulle furiose incursioni free del sax dei Brocard. La nuova line-up è ora completata da Loïc Blazek che si cimenta al violoncello e alla chitarra. Quattro anni dopo vede finalmente la luce questo nuovo lavoro, che di quel cambiamento è figlio. Diviso idealmente in due facciate distinte, ognuna col proprio titolo, una propria tematica e una propria identità musicale, sottolineata dall’uso esclusivo del violoncello per la prima parte, identificata come 'Valley' e da quello della sei corde per la seconda, denominata 'City'. Dopo un’intro atmosferica, “Pakeneminem” mette subito le cose in chiaro col suo martellante incedere post-hardcore/noise. Basso e batteria sono una macchina inarrestabile su cui si innesta il violoncello, usato in modo molto poco rassicurante. In generale, tutta la prima parte del lavoro si distingue per una certa drammaticità e per atmosfere maestose e inquietanti, non prive di un certo respiro largo come nella lunga “Ofkaeling”. La seconda parte è invece caratterizzata da toni decisamente più nervosi e taglienti. La batteria non lascia scampo e l’affilatissima chitarra hardcore toglie il respiro come lo smog metropolitano, arrivando a ricordare certe cose degli Unsane in 'Forlorn Roaming' e flirtando pericolosamente con un post metal di impronta sludge davvero tosto. I Lilium Sova hanno cambiato pelle, si sono lasciati alle spalle certe influenze free-jazz e hanno addirittura beneficiato del cambiamento, risultando forse meno imprevedibili ma più quadrati e potenti. (Mauro Catena)