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venerdì 20 gennaio 2017

Draugsól - Volaða Land

#PER CHI AMA: Black/Death, Immortal, Morbid Angel, Enslaved
L'Islanda colpisce ancora, non con l'esplosione di un altro vulcano, ma con l'emergere di una nuova band dai suoi abissi infernali. I Draugsól si formano infatti solamente nel 2015 e arrivano alla stampa del loro debutto assai velocemente, grazie al supporto della Signal Rex. Il genere proposto è ovviamente un black metal che del nero metallo mantiene probabilmente solo le vocals arcigne, perchè poi le ritmiche si dimenano tra un death alla Morbid Angel e un black in stile Immortal, proponendo velocità ben sostenute, blast beat martellanti, sonorità disarmoniche e imprevedibili assoli. Ecco qui il biglietto da visita del terzetto di Reykjavík che non sottraendosi al morbo dell'intro liturgico, ci conducono poi nel loro mondo, con i quasi nove minuti di "Formæling". Superato in apparenza lo scoglio di una proposta non troppo semplice da digerire, si sbatte contro la vulcanica e brutale efferatezza di "Bót Eður Viðsjá Við Illu Aðkast", altri nove minuti di musica battagliera, selvaggia, che propone riff di matrice epic black (echi di Windir ed Enslaved nelle sue note) però poggianti su un pattern di violenza tipicamente death, che contribuisce a rendere la proposta del combo islandese decisamente più varia ed imprevedibile rispetto ai grandi classici. I Draugsól non sono certo immuni a sbavature od imperfezioni, vista anche una certa ridondanza nel caotico approccio del trio nordico. Per fortuna che c'è spazio anche per un'apertura acustica in "Spáfarir og Útisetur" (e più brevemente anche nella successiva "Váboðans Vals"), altrimenti il rischio di essere maciullati dall'irruenza dei nostri, si fa più alto. La song mantiene un andamento mid-tempo tra un break acustico e un affondo affidato a vorticose accelerazioni. Le danze si chiudono con la malefica "Holdleysa" dove saggiare per l'ultima volta le qualità dell'ennesima new sensation proveniente dalla fredda Isola di Ghiaccio. (Francesco Scarci)