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lunedì 22 agosto 2016

Haiden - S/t

#PER CHI AMA: Progressive Sludge, Mastodon, Russian Circles
Primo lavoro per gli Haiden, un EP della durata di poco più di venti minuti, in cui questo trio belga propone un post-metal strumentale, anche se mi viene leggermente forzato definirlo tale poiché il sapore che deriva dall'ascolto di questo lavoro omonimo risente molto del polveroso sound desertico statunitense e di una certa vena progressive. Al primo ascolto infatti, il lavoro dietro alle pelli mi ha ricordato quel prog anni '70 tipicamente italiano che si mescola al funky-jazz, di cui possiamo trovare il suo apice nelle colonne sonore dei film polizieschi. Inutile dire che i due chitarristi seguono strade dicotomiche. Le composizioni, a differenza di altri loro colleghi dediti a questo genere strumentale, non sono lunghe, ripetitive o strazianti, ma sorprendentemente eterogenee sia come struttura che come idee. Idee, che forse risulteranno fin troppe nell'evoluzione del dischetto; e anche se alcune davvero buone, faticano talvolta nell'amalgamarsi tra loro alla perfezione. Ad ogni modo, il risultato che ne deriva è decisamente ammirevole per un EP di debutto orientato a sonorità già esplorate e sfruttate fino allo sfinimento. I primi secondi di "Harae" aprono il disco con riffs ridondanti e sonorità calde, graffianti, sature, tipicamente stoner. La seconda, "Chabe", si distingue invece per l'iniziale cavalcata sottovoce alternata a bruschi cambiamenti di dinamica e ritmo, mentre le successive "Valken" e "Mimas" giocano, rievocando i Neurosis, su ritmi tribali e chitarre a tratti noise e dissonanti. L'ultima song, "Hekla" (chissà se il titolo si riferisce al nome del vulcano islandese/ndr), è la traccia più particolare del disco, e lungo il suo scorrere possiamo trovare ampie bordate sonore, eclettici arpeggi, fulminei cambi di tempo. In pochi minuti, questo debut ci propone una rassegna di pensieri frizzanti e vivaci, nonostante la patina data in sede di mastering sia volutamente cupa e chiusa. Tecnicamente, il gruppo di Gent avrebbe ancora molte cose da dire e potrebbe di certo dare ancor di più; non ci resta che aspettare un full length in cui sono certo che il psichedelico trio raffinerà non poco la propria proposta. (Kent)