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lunedì 4 luglio 2016

After All - The Vermin Breed

BACK IN TIME:
#PER CHI AMA: Thrash Metal, Exodus, Xentrix
Tra le storiche formazioni belghe ci sono gli After All, band la cui fondazione risale al lontano 1992. 'The Vermin Breed', vecchio disco del 2005 è stato prodotto dal mitico Harris Johns (Helloween, Kreator e Sepultura). Sebbene la presenza di Mr. Harris alla consolle e uan certa esperienza della visto che stiamo parlando del loro quinto album, uscito per la semisconosciuta etichetta Dockyard 1 Records, 'The Vermin Breed' mi catapultò, grazie al suo sound, alla fine degli stupendi anni ’80, quando ero un ragazzino che si stava timidamente avvicinando a questo genere musicale. Avrete intuito che tale lavoro è fortemente influenzato dal thrash della Bay Area, zona che diede i natali a Metallica, Megadeth e Testament (tanto per citarne alcuni), ma quelli erano altri tempi. I cinque ragazzi belgi tentano di ripetere la lezione impartitagli dai maestri di sempre, andando a pescare però tra i passaggi dei meno noti Xentrix e Anacrusis, coniugando il tutto, ad un thrash più moderno. Il risultato che ne viene fuori? Mah, forse una sufficienza risicata i nostri la potrebbero anche raggiungere, ma proprio perchè a forza di ascoltare e riascoltare questo cd, si possono cogliere, oltre alle influenze succitate, altri interessanti elementi: uno speed metal analogo a quello degli Agent Steel, una rabbia degna dei mitici Anthrax o dei Nuclear Assault, ma anche un timido tentativo di conferire al sound proposto, quel minimo indispensabile spruzzo di originalità, necessario ad emergere dal calderone di band più o meno tutte identiche che imperversano la scena thrash. Tuttavia il compito non è stato superato: è arduo ascoltare album di tale fattura, fatti con estrema fretta senza la benché minima cura dei particolari. Il suono della batteria è quanto mai pessimo, lo stile del cantante è a dir poco fastidioso (talvolta stonato) e poco si amalgama col contesto generale; gli assoli non sarebbero neppure malaccio, ma non sono adeguatamente sorretti dalla base ritmica, tremendamente scontata. Il desiderio poi di conferire quell’aura eighties all’intero lavoro, con riffoni di chitarra anacronistici e coretti alla Exodus, penalizza ulteriormente un album che non brilla sicuramente di luce propria e assomiglia più ad un demo che ad una release ufficiale. Rimandati. (Francesco Scarci)

(Dockyard 1 Records - 2005)
Voto: 50

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