Interviews

martedì 7 aprile 2015

Ilydaen - Maze

#PER CHI AMA: Progressive Rock/Math
L’album dei Ilydaen parte carburato con scorrerie elettriche descritte da chitarre imperiose. Il ritmo è sostenuto e ci dà appena il tempo di battezzare questa prima traccia, “Lux”. Il secondo brano, “1/121”, apre danze vagamente metalliche contigue alle musicalità casuali del primo pezzo. Assecondate le vostre luci psichedeliche continuando a ballare ipnotizzati da questa fonte elettronica di suoni, a tratti percorsa da una voce, in cui si sentono corde vocali vibranti alla carta vetro. Ci imbattiamo in un growl improvvisato e tutt’altro che peculiare. Rimaniamo entro le mura di una discoteca per pochi intimi amanti dell’elettronica annulla neuroni. Si. Perché le intenzioni di “Curves & Saeptums”, sono quanto mai bellicose verso la consapevolezza del domani. Andiamo alla prossima traccia, ma sembra di viaggiare a ritroso. Un ticchettare di chitarra che lentamente si fonde al piatto della batteria, ci introduce a questa “Argon Walls”. Ora il nostro terzetto belga reitera sonorità da colonna sonora di film anni ’90, già sentite, stucchevoli. Con “Breach” si cerca una redenzione alle premesse poco incoraggianti. Ma, nulla di fatto, perchè la ripetitività meccanica di queste pseudo note, annoia. Anche l’estensione del volume è inefficace al migliorarne le percezioni uditive. Il tedio, vince sulla musica. Con fatica e fiducia metto on air la prossima traccia,“Quandary”. Ma la speranza, a volte è il marciapiede della delusione. Poco cambia infatti rispetto al fotocopiare sonorità ed effetti elettronici dei brani precedenti. La voce che emerge come un’ombra tra alberi rinsecchiti, nel mezzo di questa sound, non solo non fa la differenza, ma conferma l’impersonalità dell'album. Per la prima volta, anziché arrivare alla fine in cuffia, affido al vostro giudizio, “Sokkole”, “Deadalus”, “Shelter”. Credo si debba ritentare. Poiché non sempre la fortuna aiuta gli audaci. (Silvia Comencini)

(Self - 2014)
Voto: 55