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domenica 15 febbraio 2015

Plateau Sigma - The True Shape of Eskatos

#PER CHI AMA: Death/Doom, My Dying Bride, primi Anathema
È abbastanza impegnativo l'ascolto di 'The True Shape of Eskatos', full length di debutto dei liguri Plateaus Sigma. Il disco, composto da sette tracce, scorre infatti lungo 68 minuti di musica tormentata, straziante, che già si presenta di per sé angosciante, grazie a una spettrale cover. Una lunga intro ci introduce al cuore del disco, "Satyriasis and the Autumn Ends", nove minuti di suoni tenebrosi venati da forti pulsioni funeral doom, enfatizzati dal profondissimo growl del duo formato da Manuel Vicari e Francesco Genduso, abili peraltro nel tessere affannose linee di chitarra che contribuiscono a caratterizzare il sound dei nostri ma soprattutto a rimarcare la plumbea matrice sonora dei Plateau Sigma, che in alcuni spunti ho trovato simile ad un certo sound di origine ellenica, che non riesco ancora a definire. Forse gli esordi degli On Thorns I Lay o forse altro, lo capirò strada facendo. Certo gli agganci ad altri memorabili dischi death doom del passato non mancano. I sofferenti 14 minuti di "Stalingrad" mi conducono ad esempio a 'Turn Loose the Swans' dei My Dying Bride, soprattutto a livello di clean vocals, l'accostamento a Aaron Stainthorpe in "Sear Me MCMXCIII", lo trovo piuttosto scontato. Non sto muovendo una critica nei confronti della band di Ventimiglia, anzi un plauso per provare a richiamare un vecchio classico che pare ormai scivolato nell'oblio. Belli i giri di chitarra che si muovono ansimanti in questa song, che nel suo incedere trova anche modo di assumere connotati più death metal oriented, cosi come fatto recentemente dai già citati MDB; altrettanto suggestivo il finale che invece richiama ancor più palesemente gli Anathema di 'Eternity'. "Ordinis Supernova Sex Horarum" è una lunga e inusuale traccia strumentale, che si muove tra un riffing tipicamente death e onirici frangenti atmosferici (dove fa capolino un etereo chorus), prima di regalarci un finale ancor più singolare, con tanto di assolo jazz affidato ad un incredibile sax, in una cornice musicale che non avrebbe certamente stonato nell'ultimo 'The Endless River' dei Pink Floyd. In "The River 1917" fa la sua comparsa un ospite alquanto inatteso: Efthimis Karadimas dei redivivi Nightfall, presta la sua voce in una song per lunghi tratti monolitica e sfiancante, fatto salvo quando a prendere il sopravvento sono le porzioni al limite dell'ambient, che sottolineano la maniacale cura negli arrangiamenti da parte del four-piece italico. Un'altra montagna da scalare è quella dei 13 minuti abbondanti di "Angst": la voce pulita del vocalist ne semplifica l'approccio e la sua vena stile 'Alternative 4' degli Anathema, me ne fa apprezzare enormemente il flusso sonico. Certo poi che la direzione marcatamente death che la traccia intraprende, mi fa un po' storcere il naso: non era forse meglio continuare a regalare suoni più intimisti e malinconici piuttosto che quel death doom che forse nell'est Europa sanno fare meglio? Questa la critica che muovo alla band nostrana. Le carte in regola per offrire musica indimenticabile ci sono, tuttavia spesso non vengono valorizzate o utilizzate nel modo migliore e i nostri scadono in suoni già ampiamente sentiti e alquanto banali. Meglio cavalcare un'onda bene (e io opterei per la rilettura in chiave Anathema/MDB più eterei) piuttosto che diverse e differenti nella sostanza, pregiudicandosi in questo modo una fetta di fan non troppo avvezzi a sonorità estreme. Grandissime potenzialità quelle dei Plateau Sigma ma non sfruttate al meglio. 'The True Shape of Eskatos' è un buon album che poteva diventare un top, se non si fosse caduti in errori legati ad una certa disomogeneità musicale che alla fine rischia di dividere i fan. Scegliete una direzione ragazzi e percorretela al meglio delle vostre possibilità. Comunque vada, sarà un successo. (Francesco Scarci)

(Beyond Productions - 2014)
Voto: 75