Interviews

mercoledì 19 marzo 2014

Tartharia - Bleeding for the Devil

#PER CHI AMA: Black/Death melodico, Throes of Dawn, Arch Enemy
Allora lasciatemi ringraziare immensamente la band dei Tartharia, che non solo mi ha inviato il cd dell'ultima compilation (di cui presto leggerete la recensione), ma addirittura Lp in questione, che rappresenta il quarto lavoro della loro decennale carriera. Cosi, con la gioia di un bambino in corpo che gioca con le sue macchinine, io col mio bel vinile, mi lancio all'ascolto di 'Bleeding for the Devil', album di 10 pezzi, belli freschi e incazzati. Le danze si aprono con i 2 minuti di "Metal Salvation", song essenziale che sembra immediatamente decretare l'amore della ensemble di San Pietroburgo per il death di matrice finlandese (Throes of Dawn su tutti). Sarà la vicinanza della grande città russa alla Finlandia, ma gli elementi canonici ci sono tutti: un bella ritmica in cui la chitarra che disegna trame melodiche va a raddoppiare quella che segna invece il passo veloce dei nostri, sorretti da vocals arcigne che nella successiva "Bridges Burning Memories" diventeranno decisamente più growl, almeno all'inizio, dove compare anche la voce di una donzella. Il sound si fa tuttavia più tirato e meno spazio viene concesso a quelle gentili linee di chitarra, per far posto invece ad una bella galoppata thrash/death di scuola Arch Enemy oriented, interrotta da qualche frangente doom. La terza è la title track, song dotata di un buon tiro ma soprattutto di un bel chorus; se devo trovare un pregio ai Tartharia, è quando i nostri spezzano il loro torrenziale incedere con qualche break di tastiere o frammento doom. Con "Satisfactory Suffocation" vengo nuovamente investito dalla furia black/death dell'act russo, ma si tratta sempre di un sound carico di groove che rende più accessibile la proposta. I nostri ci prendono a calci nel fondo schiena ma fondamentalmente lo fanno con il sorriso sulle labbra, regalandoci costantemente melodie catchy. La durata mai eccessiva dei brani (fatto salvo per la conclusiva e misteriosa "Mission Failed") fa si che le song arrivino dirette là dove devono arrivare, stampigliandosi con il loro chorus o la loro bella melodia fischiettabile, nella mia testolina. 'Bleeding for the Devil' è un album che non richiede macchinosi sforzi fisici per essere compreso o apprezzato; è sufficiente premere il play nel vostro hi-fi e lasciarsi guidare dal sound robusto del quartetto guidato da Igor Anokhin. "Newer Too Late" è probabilmente la song più varia del lavoro (e anche la meno tirata) ma sicuramente quella dalle atmosfere più crepuscolari, in cui fa la comparsa anche una certa effettistica cyber. "Prime Evil" e "Half a Sense" sono due schegge impazzite: la prima più blacky, la seconda più orientata ad un versante rock, per un risultato finale decisamente apprezzabile. I 10 minuti finali di "Mission Failed" si presentano come una bella crivellata di colpi d'arma da fuoco, che tra una cavalcata e l'altra sorrette da ottime e flebili tastiere poste in secondo piano (ma dal forte effetto funzionale), qualche buon assolo, decretano la buona riuscita di questo lavoro. In realtà il brano dura sui 5 minuti, poi un paio di minuti di silenzio per la ghost track che si nasconde in coda, che riprende il mood dark melodico della opening track. Consigliatissimi. (Francesco Scarci)

(Phantom Pain - 2014)
Voto: 75