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giovedì 20 marzo 2014

Barbora – Tartarus

#PER CHI AMA: Metal Avantgarde, Ephel Duath, Voivod, Disharmonic Orchestra  
Barbora è una chitarrista proveniente dalla Slovakia di base a Londra con una passione smodata per la chitarra e il metal in generale. Lei programma le percussioni, suona anche il basso e ovviamente tutte le chitarre presenti su questo album interamente autoprodotto. Diciamo subito che l'aspetto di Barbora non ci aiuta a capire di quale musica potrebbe nutrirsi una giovane tanto graziosa e questo ci riserva un'ottima sorpresa. L'apertura di questo album è data dal brano "Creation", brano di due minuti circa che già fa presagire qualcosa di particolare. Il pezzo inizia con rumori d'ambiente creando il tappeto ideale per l'ingresso di 'Tartarus' che sembra appena uscito dalla scatola magica degli Ephel Duath, tanto il suono riflette dissonanze prog e schegge di jazz metallico impazzite, ritmiche stregate dal potere lunare adatte a coltivare un amore per le allucinazioni sonore di scuola Voivod con sperimentazioni a volte anche azzardate. In "Orpheus" ci si scontra con una sonorità thrash/death devastante e trasversale in stile Disharmonic Orchestra, contornata da una voce growl violentissima (quella di Simon Duthilleul Vannucci aiutante per voce e synth). Il brano si snoda in un groviglio di note e riff contorti e vorticosi in cui potremmo facilmente affogare, onde sonore anticipate da un intro di vago ricordo Jeff Buckley. Nel quarto brano "Eurydice", ci si scioglie in un'onirica suite, delicatissima e sognante che offre un istante di alternative folk al cd e ci traghetta dolcemente verso "Odysseus". Il brano mette in luce il lato più progressivo della nostra eroina che per l'occasione mostra una voce indie inaspettata, quella dell'amica Kaya Labonte-Hurst, affascinante, ammaliante e alquanto atipica per il genere (ascoltate la cover di Chris Isaak, "Wicked Game", fatta dal duo che trovate su bandcamp). Nel finale un'altra suite per la bella chitarra di Barbora che si cimenta in un brano acustico dove sfodera parte delle sue doti esecutive e compositive leggermente offuscata da una registrazione non in linea con il resto del lavoro. Un EP decisamente stravagante, tanto prog metal alternativo con svariate buone idee, un sound intrigante e solo in parte bisognoso di una produzione più intensa e professionale. Un concept ispirato alle leggende dell'antica Grecia, un album metal non catalogabile, fuori dagli schemi, bello e non di facile approccio. Diremo una sfida... che Barbora ha vinto! (Bob Stoner)

(Self - 2013)
Voto: 70