Interviews

lunedì 3 febbraio 2014

Dead Mountain Mouth - Crystalline

#PER CHI AMA: Psych black metal, Oranssi Pazuzu, Cynic
Con incolpevole ritardo, mi appresto a dare il mio parere a 'Crystalline', cd del solo project francese Dead Mountain Mouth che ha catturato il mio interesse per quella sua cover astrale che fotografa uno splendido cielo stellato. Quando poi ho premuto il play sul lettore e la traccia in apertura, la title track, ha iniziato a suonare nelle casse, ho avvisato istantaneamente un senso di vertigine per quei suoi suoni soffocanti e ipnotici al tempo stesso; una pastiglia di extasy non credo mi avrebbe procurato lo stesso effetto. Se volete immaginare il sound di Mr. Lundi Galilao (chissà se questo riferimento al nostro Galileo Galilei è voluto), potrete prendere in prestito quello dei talentuosi e folli Oranssi Pazuzu, mischiarlo a roboanti riffoni post metal, di quelli belli ribassati e aggiungere delle vocals tra il pulito e lo sclerato, per un risultato eccellente, che sicuramente vi procurerà pesanti mal di testa. Cosi me ne esco appunto dalla opening track, palesemente stordito e felice. Felice perchè ancora una volta ho trovato qualcosa che solletichi non poco il mio interesse, il mio palato sempre più raffinato e stimoli il mio cervello a tratti rattrappito. "200" attacca ai 200 km/h o forse qualcosa in più: song super incazzata che, trascinata da una drum machine funambolica, martella che è un piacere, schiacciando quei quattro neuroni che popolano la mia testa. Metteteci poi una serie di suoni alieni e ubriacanti, vocals stridule lancinanti e un bel growling, frutto della collaborazione con Gloria Tetanos, il risultato è a dir poco eccezionale. Peccato sempre che io non sia un grande fan del suono ovattato della batteria elettronica, altrimenti mezzo punto in più l'avrei dato. Con "With Swans and Silver Wings" si parte molto più in sordina, ci si impiega quasi tre minuti prima di entrare a regime e farsi trascinare dal suono decisamente più rallentato (bello il break centrale, a tal proposito), non per questo meno incisivo, del mastermind transalpino, che in questa song si serve del testo di 'Ramayana' per le liriche. Dopo questa bella boccata di ossigeno mi rilancio nella corsa ad ostacoli che mi riserva la lunga (quasi undici minuti) "Lying in Outer Space". Una song che batte il tempo con un ritmo psicotico e marziale, contrappuntato da una gamma di voci davvero particolare e da una linea melodica di difficile assimilazione, ma di assoluto valore. La musica dei Dead Mountain Mouth in effetti non è sempre cosi semplice da ascoltare, tantissime le idee inserite nella matrice musicale del polistrumentista francese che a volte si corre il rischio di perdere la bussola. Un risultato simile l'ho avvertito durante l'ascolto degli album più sperimentali di Devin Townsend, questo per dire che la vena pazzoide del bravo Lundi potrebbe essere accostabile a quella dell'imprevedibile musicista canadese. Ancora un lungo brano (il disco contiene sette tracce per un'ora di musica), "Among the Stones", un altro pezzo dai toni rilassati e in cui il post metal si miscela con suoni progressivi e d'ambiente in una fusione di stili davvero coinvolgente. Con "A Newborn Earth" mi sembra quasi di avvertire influssi dei Cynic, mentre la conclusica "Ignite" regala altri deliranti minuti di suoni che arrivano da Marte che evocano i miei cari amici australiani Alchemist. Che altro dire, le parole parlano chiaro: Lundi Galilao arriva dallo spazio, diamogli pertanto un bel messaggio di benvenuto ascoltandone e apprezzandone la sua vibrante musica. (Francesco Scarci)