Interviews

mercoledì 20 novembre 2013

Tryptamin - Monday Hangover

#PER CHI AMA: Rock Alternativo, Incubus, A Perfect Circle
Allora, vi sfido ad un blind test. Sfido ognuno di voi ad andare sul bandcamp dei Tryptamin, far partire il primo pezzo e, senza leggere nulla, provare a dire: a) da dove arrivano questi ragazzi, b) quanti album hanno alle spalle, c) dove è stato registrato questo disco. Se le vostre risposte sono: a) USA, b) almeno un paio, c) Los Angeles, vi capisco benissimo, perché è la stessa cosa che ho pensato io inserendo il cd nel lettore. E scoprire invece che si tratta di un gruppo di Piacenza al suo esordio, per di più autoprodotto, mi ha letteralmente scioccato. Il suono, la produzione, la maturità che questi ragazzi hanno riversato in questo 'Monday Hangover' sono letteralmente incredibili. Loro stessi citano influenze che vanno dai Police ai Nine Inch Nails, dai Tool ai Radiohead, dai King Crimson ai Faith No More, per un risultato che si può ricondurre, per semplificare, a qualcosa che sta tra gli A Perfect Circle e gli Incubus (quelli bravi, dei primi lavori). Pur non essendo un super fan del genere, non posso non riconoscere ai Tryptamin una classe cristallina, tanto nell’ideazione di strutture ardite, mai banali, eppure sempre ben ancorate ad una forte idea di canzone, quanto nella sua messa in pratica con tanta potenza, convinzione e una tecnica davvero notevole. Chitarre compresse e registrate magnificamente, una ritmica mai banale, che più di una volta mostra di risentire dell’influenza di Stewart Copeland, e un cantato sempre ben in equilibrio tra melodia e aggressività, questi gli ingredienti che vengono sapientemente dosati lungo l’arco di questo 9 brani. Canzoni come l’iniziale “The Hole” o “Driver” hanno le potenzialità per fare sfracelli anche oltreoceano, oppure la trascinante “Water on Sun”, col suo riffone catchy che riporta in vita i Boston, non sarebbe perfetta nella soundtrack di qualche film tratto dai fumetti Marvel? Le qualità dei 5 vengono poi esaltate dai pezzi più complessi, come la splendida “Girl Shaped Shell”, e anche le ballate come “Mail Received at 4 am” o “The Day We Met on the Staircase”, non fanno altro che ribadire le loro eccellenti capacità. Cosa manca? Forse un po’ di sangue, di sporcizia, di dolore. Ma qui bisogna stabilire se si tratti di un difetto piuttosto che un pregio. Non mi schiero, rimango neutrale e lascio a ognuno le proprie valutazioni. Conclusione: dal punto di vista formale, e nel suo genere, 'Monday Hangover' è un autentico gioiello. (Mauro Catena)