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domenica 1 settembre 2013

Jack B. Kisberi - Another Nobody’s Diary

#PER CHI AMA: Experimental blues, Leonard Cohen, Nick Cave, Hugo Race
Jack B. Kisberi è un cantautore e musicista ungherese straordinariamente prolifico, se è vero che tra il suo album precedente, il notevole "Songs from the Corner of the Room/Songs from the Mirror", ed oggi è trascorso solo un anno, e che nel frattempo ha rilasciato ben cinque titoli diversi, tra album, Ep e raccolte di vecchi brani, e questo "Another Nobody’s Diary" non è nemmeno l’ultimo, essendo stato seguito da un nuovo Ep, "Her". La sua musica si muove tra blues desertici, suggestioni mitteleuropee e sperimentazioni rumoristiche, tenendo sempre ben presente la lezione dei grandi cantautori, come un ipotetico viaggio in treno, in uno scompartimento diviso con compagni quali Leonard Cohen, Nick Cave, Hugo Race e gli Einsturzende Neubaten. Questo album non fa eccezione, anche se è evidente uno smarcamento da certe atmosfere cameristiche ed una maggiore adesione a canoni strumentali più tipicamente rock. "Another Nobody’s Diary" è una raccolta di dieci canzoni, 6 autografe e 4 cover, molto coesa in termini di tematiche e sonorità piuttosto scure, frutto di un’introspezione profonda a seguito di un periodo che si intuisce essere stato piuttosto duro per l’autore. Molto particolare la scelta delle cover, dalla celeberrima “The Thrill is Gone” di Chet Baker trasfigurata in uno spettrale blues di frontiera, alla ballata “Faithless” dei tedeschi Fatal Shore, fino ai ben due pezzi tratti dall’esordio dell’interessantissima cantaurice etiope-norvegese Mirel Wagner: le solenni “Joe” e “No Death”, quest’ultima trasformata in una macabra ballata pianistica che non avrebbe sfigurato su “Murder Ballads” di Nick Cave. Le qualità autorali di Kisberi (che, tra l’altro, fa tutto da sé suonando tutti gli strumenti) non sono certo seconde a quelle interpretative, e a metterlo subito in chiaro sono lo spettacolare blues “Sorry to Say” che apre il lavoro, avvolto in spirali elettriche e coltri di feedback, l’incalzante “Where is My Baby”, che ha il suono del sole che fa capolino dopo una notte di tempesta, o ancora lo scarnificato gospel “Dear Someone” e la sferragliante “I Had, I Was”. Un gioiello nascosto, questo disco, non di quelli luccicanti e appariscenti, quanto piuttosto un pietra dura e scurissima, da portare sempre con sé e custodire gelosamente. "Another Nobody’s Diary" è in downoad gratuito su bandcamp, ma una volta entrati dentro queste dieci canzoni preziose, sarà inevitabile voler acquistare l’oggetto fisico, sia esso cd o vinile. (Mauro Catena)