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domenica 22 gennaio 2012

Flëur - Magic

#PER CHI AMA: Ethereal Folk
La Prikosnovénie non poteva inaugurare in modo migliore le sue pubblicazioni di primavera se non con questo nuovo lavoro dei Flëur: “Magic”, opera seconda per il progetto proveniente da Odessa, città situata nella parte meridionale dell'Ucraina. Il gruppo (ma sembra riduttivo volerlo chiamare con questo nome!) si compone di ben undici musicisti, tra i quali spiccano le due cantanti e principali compositrici/liriste Olga Pulatova ed Elena Voynarovskaya. La lista degli strumenti suonati in quest'album è tale da far intuire subito cosa ci aspetta dall'ascolto: flauto, violoncello, violino, percussioni, pianoforte, per citarne qualcuno... sicuramente un lavoro di musica eterea, ma non la "solita" musica eterea! I titoli delle canzoni sono tutti in inglese, come a voler permettere all'ascoltatore di catturare l'idea che ha generato ogni pezzo, ma i testi sono in ucraino e l'espressività musicale di questa lingua è decisamente unica. Il titolo “Magic” sembra proprio calzare a pennello, l'album è infatti un sentiero magico costellato di tredici melodie che accarezzano l'anima, cullandola dolcemente attraverso immaginari fiabeschi dalle tinte tenui, delicatissime. Olga ed Elena si alternano alla voce accompagnate da un trionfo di armoniose tessiture di melodie pop impreziosite da eleganti disegni neoclassici, ma spesso i Flëur sembrano attingere anche dalla tradizione russa, o almeno così appare ad orecchie profane come le mie cui sembra di percepire nel cantato ritmato di alcune canzoni quali “Never”, “The Russian Roulette” e “Horizon” echi di una tradizione slava, comunque fortemente ed egregiamente contaminata da sonorità più attuali. L'avvicendarsi di Olga ed Elena alle voci, oltre a caratterizzare il lavoro di una certa varietà, segna anche tangibili differenze stilistiche nei brani, così che a Olga, dalla voce più severa e che si accompagna sempre al piano, sono affidati i brani di connotazione decisamente pop, dove gli strumenti a corda creano melodie più morbide e classicheggianti (“The Emptiness”, “Formalin”, “Repair”, “I Will Do it” e “The String” sono tra le più caratteristiche in tal senso), mentre Elena, che si accompagna con la chitarra classica ed è dotata di una timbrica più dolce, canta nei brani più raccolti e spesso malinconici, dove emergono influenze folk o che sono caratterizzati da ritmiche più decise (“Almost Real”, “The Ballad of White Wings and Scarlet Petals”, “Medaillion”). Lasciatevi ammaliare dai Flëur, scoprirete un mondo abitato da fate e sogni che non vorrete mai abbandonare. (Laura Dentico)

(Prikosnovénie)
Voto: 80