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venerdì 1 luglio 2011

Somnolent - Renaissance Unraveling

#PER CHI AMA: Sludge, Post Metal, Drone
Un nome un programma e se il buon giorno si vede dal mattino, mi dovrei aspettare dai Somnolent un bel funeral doom, cosi come era stato per il loro album di debutto, “Monochromes Philosophy”. Con mia somma sorpresa, constato felicemente che la nuova direzione musicale intrapresa dal quintetto di Odessa è invece uno sludge post metal dalle tinte progressive, che fin dall’iniziale “Exhale!”, riesce a conquistarmi per la varietà dei suoi suoni di chitarre distorte, ritmiche martellanti e growling vocals, abbinata ad una raffinata ricerca di quell’improvvisazione che rese grandi i nostrani Ephel Duath. La conferma di questo nuovo percorso stilistico, arriva anche con la successiva “Emptiness Beyond the Horizon”, che nonostante un’apertura dalle forti sfumature doomish, mi fa ben presto soffermare a riflettere sui suoni psicotici del combo ucraino con un assolo quasi preso in prestito da un certo blues rock anni ‘70. Devo ammetterlo, sono disorientato e lo sarò ancora di più con la terza “Visible World Eraser”, che apre con un bel wah-wah delle chitarre, accompagnate da un flebile basso e da una voce quasi sussurrata (di scuola Isis). Ecco che si sprofonda nella melma del sound fangoso tipico sludge-drone, con un arpeggio ipnotico reiterato, che lascerà ben presto campo aperto alle “grida” profuse da una chitarra impazzita. Otto minuti per una traccia che si muove all’interno di sonorità dal forte sapore onirico e da un intenso flavour seventies. “P.R.O.S.E. (Poem Risen On Somnolence Error)” rappresenta un breve, quanto mai inatteso, frangente hardcore/progressive/jazz (che improbabile trio, vero?) in grado di accompagnarci negli oscuri meandri di “Solipsistic Exfoliation”, song che questa volta fa del drumming il suo elemento portante, con una voce in sottofondo che parla di scienza e teologia, prima dell’esplosione finale dei suoi suoni. Mi piace, “Renaissance Unraveling” mi piace sempre di più, man mano che si spinge in avanti e osa, anche se magari talvolta non riesce a raggiungere i risultati auspicati, come le meno brillanti prove di “Chrysalis Verge” part 1 e 2. Quel che conta però è che la band non si fermi davanti a nulla e che abbia deciso di mettersi completamente in gioco, come se non avesse nulla da perdere e questo è ciò che realmente apprezzo di questi Somnolent, in quanto indice di personalità e carisma. Alla fine non ho ben capito cosa diavolo sto ascoltando o come definire esattamente questa musica, so solo che mi è entrata dentro e lentamente si è impossessata delle mie facoltà cognitive. Peccato solo per la conclusiva “Division of Nihil”, altra song estremamente interessante, dalle atmosfere tenui e pacete, ma che sembra quasi interrompersi di colpo, ponendo fine in modo alquanto affrettato ad un album che mi ha regalato ottimi spunti riflessivi: il post metal è vivo più che mai e sono certo che i confini per questo genere sono ancora estremamente lontani. Promossi a pienissimi voti, brillanti! (Francesco Scarci)

(Slow Burn Records)
Voto: 80