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| #PER CHI AMA: Black Symphonic, Dimmu Borgir |
Devo essere sincero, ad un primo ascolto quest’album non mi ha entusiasmato molto. Mi ha deviato sicuramente da “Demonologic Universe”, quasi un copia e incolla del sound dimmuborgiano, una traccia che non avrei certo sistemato in apertura di lavoro. Per il resto, a parte qualche chiara caduta in prevedibili riff death, ammetto che mi sono davvero ricreduto in ascolti successivi. Qui stiamo parlando di un’opera di qualità , di quel metal di classe che oggi è qualità rara. Tracce ben strutturate, giusto equilibrio di potenza sonora e melodie avvolgenti (che sia proprio un caso il titolo “Seasons in equilibrium”?). Siamo di fronte a quello che io ho sempre definito ‘metal ragionato’, un simulacro di suoni che creano atmosfera senza estremizzare con vuota tecnica (comunque molto presente e dalla magnifica resa), un susseguirsi di tracce che mutano, si evolvono in sintonia senza essere ripetitive. Per necessaria coerenza, anche la voce presenta equilibrio, modulata in profondi growl e graffianti screaming a seconda dell’andamento delle canzoni. Voce pulita nelle sezioni intermedie. Si tratta di sacralità . Pura e semplice. Si tratta delle stesse sensazioni che ho provato quando ho ascoltato per la prima volta gruppi come Septic Flesh e altri pionieri del metal mitologico. Gli Indian Fall evocano un mondo antico, primordiale, incontaminato. Raramente sono riuscito a trovare una qualità del genere, tralasciando ovviamente la produzione dei nomi blasonati. L’unico elemento che purtroppo stona, come ho già riferito, è la presenza (per fortuna non ‘in’ tutte le tracce e non ‘per’ tutte le tracce) delle tastiere alla Dimmu Borgir post “Puritanical Euphoric Misanthropia”. Pur non essendo un album di black metal, concedetemi una digressione a tema: dirò una bestemmia per molti, ma questi Indian Fall sono nettamente superiori ai nuovi Dimmu, e non hanno affatto bisogno di imitare le tastiere di chi fatica a raggiungere (o ‘tornare’, in questo caso) alle vette di un tempo. Gli Indian Fall sono un regalo dell’universo sonoro. Un piacere per le orecchie e per lo spirito (la presenza di Dan Swano alla consolle è poi un’ulteriore conferma di qualità ). Confido possano in futuro aumentare il contesto ‘atmosferico’ delle loro opere, e liberarsi di pesanti orpelli di cui non hanno bisogno. (Damiano Benato)
(Self)
Voto: 85
Voto: 85
