Interviews

sabato 27 novembre 2010

Rheinkaos - Demo Cd


Affrontare questo cd non è tra le cose più semplici da fare, in quanto nelle poche tracce (tre per venti minuti circa) ivi incluse, si possono riscontrare un sacco di influenze che potrebbero ingannare ripetutamente l’ascoltatore. Le delicate note di piano (stile Massive Attack), l’atmosfera cibernetica e le angeliche vocals di Gogo che si ritrovano in “Drink the Effect”, sembrano portarci in una direzione che ben presto nel corso del brano, i nostri saranno in grado di smentire e ribaltare follemente. Eh già, perché non appena la voce (oscura) di Savaoth fa il suo ingresso e i nostri iniziano a martellare con le atmosfere tipiche del sound ellenico, una serie di suoni soffusi, delicati e maledettamenti inattesi (presi in prestito dalla trance music o dalla lounge), ci stordiscono per la loro capacità di disorientarci completamente. È solo calma apparente che poi si trasforma in furia, ma furia controllata, che mi ha riportato alla mente i suoni primordiali dei grandiosi Septic Flesh. Il quartetto greco genera suoni incredibilmente piacevoli e di gran classe che si insinuano nella mia mente e mi spingono a volerne di più, in quanto derivativi da generi estranei al metal (interessanti infatti alcune incursioni jazz). La seconda “Witness to Your Disguise” mette in luce la vena più industrial della band, non perdendo tuttavia, nel suo incedere ipnotico e claustrofobico, la propria identità e le proprie origini. D’altro canto l’idea che sta dietro ai Rheinkaos è quella di sperimentare l’ambient e le sue strutture minimalistiche, mantenendo comunque una propria identità heavy metal, che finirà per trasformarsi nella conclusiva “Bring the Shadows”, in estremismo black/death, mostrandoci l’enorme classe che risiede nelle corde di questi musicisti. Quest’ultima è decisamente la song più violenta del lotto che magari più si avvicina agli standard della scena death, tuttavia alcuni suoi passaggi evidenziano ancora una volta un talento smisurato per questa band, capace di condurre sonorità d’avanguardia (alla Ulver per intenderci) in chiave estrema. Come al solito, so che le mie parole vogliono dire tutto e niente, ma vi invito ad andarli a cercare sul web per capire come si possa ancora fare musica originale in ambito estremo e poterlo contaminare con elementi techno o free jazz. Se siete dotati di una mentalità aperta, contattate per favore la band, per far vostro questo Mcd, non ve ne pentirete. Ho limitato la votazione solo perché si tratta di 3 tracce, ma sarebbe potuta essere molto più alta. Eccezionali! (Francesco Scarci) 
 
(Self)
Voto: 80